I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato stamani in conferenza stampa una risoluzione opposta a quella PD sul tema fusioni dei comuni e gestore unico regionale per servizio idrico e rifiuti.

“La proposta PD sui criteri per le fusioni dei Comuni è anticostituzionale: viola gli articoli 5 e 9 a tutela delle autonomie territoriali. Come si può ritenere che sia costituzionale l’annessione di un Comune più piccolo per voto di un Comune più grande? Marras, Mazzeo e Monni vogliono il ritorno al medioevo: col principio della Grande Firenze ci dobbiamo attendere a breve l’espansione verso Siena? O la Grande Pisa lancerà l’OPA su Livorno? Siamo al ridicolo. Solo chi coltiva l’arroganza e il disprezzo per la volontà popolare del Partito Democratico renziano poteva partorire una proposta del genere. Ma sappiano che davanti alla traduzione in legge di queste linee guida, ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale per difendere il diritto dei cittadini dei piccoli centri a fondersi come e con chi vuole la loro maggioranza.” ha dichiarato Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali .

“Nel nostro programma nazionale indichiamo il tetto minimo di 5mila abitanti per i Comuni, ma a questo risultato si arriva investendo nei percorsi partecipativi dedicati alle fusioni quel che il PD vuol dare ai Comuni già fusi. Non due conferenze pubbliche e arrivederci, ma lunghi processi di consapevolezza collettiva dove i cittadini possono capire pro e contro di questa operazione e scegliere il loro destino come comunità. Il modello c’è già ed è la fusione Figline e Incisa, 120 incontri, 2 anni di dibattito e 40 mila euro di investimento in un processo di pacifica ridefinizione della comunità territoriale” ha concluso Bianchi.

“Condividiamo l’esigenza di Marras, Mazzeo e Monni di superare gli organismi di rappresentanza intermedia – UPI, UNCEM, Legautonomie – ma prima vogliamo vedere le carte: quali obiettivi avevano? Li hanno raggiunti? E in caso risultino inefficienti, siano accertate le responsabilità relative e si proceda di conseguenza a tutela dell’interesse collettivo” ha aggiunto Enrico Cantone, consigliere regionale M5S e vicepresidente della Commissione Toscana Costiera.

“Soprattutto da cittadini che vivono come un dramma da superare il problema occupazionale toscano, in particolare nell’area costiera, esigiamo che questi processi di riorganizzazione istituzionale siano centrati su una valutazione degli obiettivi occupazionali derivanti: quanti posti di lavoro si creeranno?” ha concluso Cantone.

“Ma la “truffa” vera e propria di questa risoluzione a nostro parere è in un passaggio che non riguarda i Comuni e riguarda l’idea del gestore unico su base regionale per servizio idrico e rifiuti” ha aggiunto Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S e vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.

“Errare è umano ma perseverare dicono sia diabolico. Solo pochi mesi fa l’Antitrust fu perentoria: i rifiuti vanno gestiti per bacini territoriali di massimo 100 mila abitanti e 90 mila tonnellate di raccolta l’anno, distinzione tra raccolta e smaltimento dei materiali e gare ogni 5 anni. Dopo lo scandalo dell’inchiesta su ATO Toscana Sud e quanto sta avvenendo in Reti Ambiente spa il PD dimostra di perseverare sulla strada sbagliata: un gestore unico, su base regionale, dove ci aspettiamo magari l’ennesimo regalo al partner privato. Ma qui i tre PD sono riusciti a far di peggio: teorizzano addirittura un soggetto unico per acqua e rifiuti. Dopo il primato nazionale per le bollette dell’acqua più care d’Italia, risultati di raccolta differenziata da 14esimo posto in Italia e una qualità delle acque normalizzata per delibera regionale, questa cura PD del malato è peggio della malattia. Dopo il caso Tempa Rossa, ci sarà mica qualche conflitto di interesse da smascherare anche in Toscana?” conclude Giannarelli.

A seguito delle domande dei cronisti presenti Giannarelli ha aggiunto “non vorremo mai che questa risoluzione PD nasca anche dal fatto che con le fusioni si potrebbe aggirare il limite di due mandati per la rielezione dei sindaci”.