Nella partecipata pubblica Firenze Fiera spa, della quale la Regione ha la quota di maggioranza (31,85%), si potrebbe consumare l’ultimo scandalo in tema di gestione dei soldi pubblici. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, di nomina del Consiglio Regionale, ha proposto un mese fa l’assunzione di un Direttore Generale da retribuire con un contratto a dir poco indecente: 200 mila euro fisse più bonus risultato di 30 mila euro oltre ai benefit casa e autovettura a disposizione. Parliamo di un trattamento senza senso, squilibrato per il ruolo, che arriverebbe a far costare questa figura ai cittadini quasi il doppio di quanto paghiamo il già strapagato Presidente del Consiglio dei Ministri (114mila euro c.a.).

Contro l’iniziativa si è scagliata clamorosamente la sola CNA, mentre tutto tace in casa PD. Dov’è finito quel Rossi che il 16 settembre 2014 voleva mettere un tetto agli stipendi dei manager pubblici (che tra l’altro c’era già) per – diceva – “combattere il precariato e l’ingiustizia sociale”? Facciamo nostra la sua denuncia, con un pochino più di credibilità evidentemente, integrandola col caso di specie Firenze Fiera: “perché – si chiedeva Rossi – lo stipendio di un alto dirigente della Casa Bianca non supera i 118mila mentre quello dei dirigenti delle nostra pubblica amministrazione va da 180 a 280mila” e quello del prossimo Direttore Generale di Firenze Fiera spa, partecipata pubblica soprattutto regionale, arriverebbe a 230mila più casa e auto? Quando un insegnante precario raggiunge a mala pena 12mila euro l’anno?

Auspichiamo che in Consiglio Regionale passi la nostra mozione, la Regione – da socio di maggioranza di Firenze Fiera spa – si metta di traverso a questa scelleratezza e richiami il suo nominato alla cautela necessaria per una figura che guida una partecipata ritornata in parziale attivo dopo sei anni di conti in rosso ripianati coi soldi dei cittadini.

Non vorremmo mai, e lo diciamo ironicamente, che dopo aver fatto, male, il premier “abusivo” a 114mila euro l’anno venga in mente a Renzi di fare il Direttore Generale di una partecipata vicina a casa, al doppio del guadagno.

IRENE GALLETTI