Bocciato il nostro atto di indirizzo sulle politiche abitative. Passa la linea PD, con integrazione della Lega Nord, cui ci siamo opposti.

Abbiamo 25mila famiglie richiedenti senza una casa che gli spetterebbe per diritto, solo il 3,3% delle domande soddisfatte e i consiglieri PD-MPD si permettono di lavarsene le mani. Avanti con le linee della giunta – tutta governance e niente fondi certi, come invece chiedevamo noi – e soprattutto via libera per la svendita del patrimonio esistente. Chiedevamo un principio di buon senso: ogni tre nuovi alloggi realizzati e consegnati, ne mettiamo sul mercato due. Se mancano gli alloggi per soddisfare il 96,7% delle richieste che senso ha svendere quelli esistenti?

E’ assurda anche questa ossessione del PD per la governance. Siamo al livello che manca il pane e loro ragionano di quante tavolate fare. Ne potete fare anche meno delle attuali ma sempre il pane mancherà. Per l’ennesima volta chi crea i problemi si rivela incapace di risolverli. Serve un approccio nuovo fondato su basi scientifiche, anche sulla governance. Proponevamo per questo un tavolo tecnico con tutti gli attori coinvolti sulle politiche per la casa: Comuni, società di gestione, università, Osservatorio politiche abitative, associazioni inquilini. Emerse le criticità si poteva procedere ad una valutazione delle azioni risolutive. E tra le criticità difficile che non ci finisse il maltolto del 2012, quando la Regione distrasse più di 100 milioni dalle politiche abitative per chiudere il buco TPL.

E’ intollerabile infine questo persistere di indeterminazione: chiedevamo un fondo certo, annuale, destinato alle politiche abitative. Per noi doveva avere almeno 17 milioni, ma se il PD pensava meno potevamo ragionare di cifre. Invece no: hanno preferito continuare con questo gioco dell’incertezza. Salta il mutuo BEI, loro dicono che metteranno le risorse, ma non dicono né quante né quando né per cosa. Continuiamo a leggere rassicurazioni lato stampa ma noi vogliamo certezze. Come sull’immobile di Via Pisacane a Massa, per il quale l’assessorato regionale si è affrettato a citare soluzioni certe. In risposta alla nostra interrogazione vorremmo anche sapere quanto e quando. Perché la fiducia nelle parole di un politico PD, palindromi inclusi, è pari allo zero.

ANDREA QUARTINI