Il Consorzio Zona Industriale Apuana è inutile e va chiuso. Eppure il duo PD-Rossi continua a destinargli risorse pubbliche, 500mila euro solo quest’anno. Un metodo discutibile di risanare i debiti creati da una mala gestione che nessuno di questi ‘proprietari’ – in primi la Regione che ha commissariato il Consorzio – ha mai voluto affrontare sul piano della responsabilità.

Sono ormai centinaia le imprese operanti nella Zona Industriale Apuana che chiedono la chiusura del consorzio ZIA. Le stesse cui quest’ultimo impone solleciti di pagamento con minimo contributivo di 150 euro, benché non siano nella compagine societaria e non traggano alcun beneficio da questo carrozzone commissariato solo un anno fa. Una situazione imbarazzante specie se calata nel contesto di un territorio dove abbiamo tassi di occupazione di 10 punti inferiori a quelli della media toscana. Nell’area ZIA operano 600 imprese, in cui lavorano 9mila persone, ogni euro sottratto a queste dal Consorzio è un errore politico doppio.

Nel frattempo oggi ricorre il ventinovesimo anniversario dell’esplosione della Farmoplant e a distanza di quasi un terzo di secolo quell’area continua ad avere valori elevati di sostanze inquinanti e cancerogene. Basterebbe questo per far capire l’inutilità del Consorzio ZIA e la sua irresponsabile cecità verso la prima delle questioni legate ai ‘suoi’ 822 ettari di territorio tra Massa e Carrara: la bonifica definitiva ed efficace di queste aree.

A Rossi e al PD diciamo: chiudete il Consorzio e quei 500 mila euro destinati metteteli sulle bonifiche accelerando interventi attesi da trent’anni.

GIACOMO GIANNARELLI