“Il Partito Democratico boccia la mozione n.99 discussa nell’ultima seduta di Consiglio, che chiedeva di finanziare un piano di assunzioni straordinario per superare le carenze del Piano triennale del fabbisogno di personale (PTFP) aggiornato ad inizio 2020. La scusa sarebbe quella di dover effettuare ulteriori approfondimenti, quando in realtà il nostro atto nasce in coda alle giuste richieste che le sigle sindacali hanno già presentato alla Regione, ma delle quali, oggi, non sappiamo più niente.”

Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Toscana, commenta l’esito negativo del voto in aula alla mozione suo atto presentata per porre rimedio alla carenza cronica di personale Arpat e che ha portato alla drastica diminuzione di controlli ambientali negli ultimi 5 anni.

“Sono molte le grandi opere infrastrutturali previste nei prossimi anni in Toscana, progetti di grande impatto che necessiteranno di un’attenta vigilanza: il Corridoio Tirrenico, ad esempio o Darsena Europa con tutte le opere di retroporto e potrei citarne molte altre ancora. Progetti il cui sviluppo dovrà procedere tenendo in considerazione il rispetto delle misure ambientali e della legalità.
Oltre a questo ci sono anche territori come Carrara, dove Arpat è coinvolta in procedimenti di caratterizzazione e bonifica, attività per cui il ridotto organico provoca ritardi che si ripercuotono, non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia e in certi casi sulla salute dei cittadini. Territori in cui gli uffici andrebbero potenziati.
Per fare tutto questo serve un’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana forte. Ma le tante problematiche che da tempo affliggono Arpat, come il drastico crollo dei controlli ambientali, ci fa dubitare che la Regione sia pronta a cogliere la sfida che ci attende nei prossimi mesi.”

“Parliamo di un’agenzia strategica per la nostra Regione, che in 10 anni ha perso oltre 150 unità, tra tecnici della prevenzione, chimici, ingegneri, biologi e diverse altre professionalità. Rimangono appena 630 operatori, amministrativi e precari compresi, a coprire tutte le necessità del territorio toscano. Una riduzione di personale che negli ultimi cinque anni ha prodotto un evidente calo delle attività di monitoraggio ambientale: le ispezioni sono diminuite (-10%), i pareri emessi dall’Agenzia sono calati in maniera drastica (-20%), minori campioni analizzati (-10), un crollo del controllo delle emissioni in atmosfera (-75%), degli impianti di gestione rifiuti (-52%), del rumore (-67%), degli scarichi industriali (-49,6%) e dei campi elettromagnetici (-30%).”

“Tutto questo è estremamente grave se messo in relazione ai vari fatti di cronaca che, negli ultimi tempi, testimoniano una netta proliferazione di attività illecite intorno alla mancata vigilanza. Purtroppo l’esito del voto in aula sottolinea la poca attenzione alla questione ambientale di chi governa la Toscana. Le giuste richieste che arrivano, non solo dal Movimento 5 Stelle, ma dalle sigle sindacali che da tempo sottolineano l’inadeguatezza del piano triennale rimangono ancora una volta inascoltate. Ma se all’emergenza sanitaria e finanziaria ne seguirà anche una ambientale qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.”