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PALAZZINA OSPEDALE PRATO, PD SODDISFATTO? DOVREBBERO CHIEDERE SCUSA!

La bacchetta magica del duo PD-MDP cerca di trasformare un grave problema in uno spot elettorale. Che ipocrisia: sono mesi che provano a raccontarcela, ma non ci casca piĂą nessuno. I cittadini sono stufi di queste promesse, specie quando servono da passerelle per la campagna elettorale.

Solo pochi giorni fa, esattamente il 9 febbraio sono passati dall’ospedale di Prato i candidati del PD, peraltro disattendendo una circolare dello staff di giunta datata 8 febbraio che invitava candidati e politici a non recarsi negli ospedali durante la campagna elettorale. Ma tanto sono i primi a infrangere le stesse regole che si pongono e infatti oggi ecco lo spottone: ebbene cosa c’è di piĂą ipocrita che festeggiare l’ampliamento di un ospedale nuovo nato sottodimensionato per un evidente errore politico di pianificazione? Forse fare questo annuncio durante la campagna elettorale successiva alla sessione di bilancio nazionale e regionale nella quale la stessa forza politica ha votato un taglio importante proprio alla sanitĂ .

Sono mesi che propongono una soluzione per rimediare ai loro errori, incalzati dall’evidenza del fallimento della loro politica ospedaliera, in una sorta di tormentone ormai insopportabile. Passino dalle parole ai fatti ed evitino, per favore, questo spiacevole atteggiamento da spot elettorale. Prato è il primo dei quattro ospedali gemelli costruiti sottraendo risorse pubbliche alla sanitĂ  toscana e certificati dalla stessa Corte dei Conti come progetti economicamente disastrosi.

Chi si dice entusiasta oggi della promessa di questa palazzina forse vuole sublimare l’aforisma di Churchill

“Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.

Peccato che quell’entusiasmo lo paghiamo da cittadini sulla nostra pelle.

TERME DI TOSCANA SPA, UNA PROPOSTA PER IL RILANCIO

Le Terme sono un patrimonio strategico della regione e dei comuni dove sono situate. Mentre il Partito Democratico continua a tentare di far accettare ai cittadini la svendita di questo patrimonio, senza alcuna visione strategica di rilancio, noi abbiamo presentato l’unica alternativa politica a questo scempio.

Per capire la nostra posizione è necessario partire da quanto scrive la stessa giunta PD-Rossi nel Piano di Razionalizzazione che coinvolge le tre societĂ  termali toscane: “gran parte (99%) dell’impatto finanziario (del piano ndr) – scrive la giunta – potrebbe tradursi in un apporto di beni in natura nel patrimonio regionale e quindi l’impatto finanziario reale potrebbe tradursi in un valore sensibilmente inferiore pari ad un valore prossimo a zero” cui l’esecutivo regionale a guida Rossi aggiunge “per le societĂ  termali si procederĂ  a liquidare i beni sociali fino al pagamento integrale dei debiti. I beni che residuano devono essere assegnati in natura ai soci”. Traduciamo per i non addetti ai lavori: il duo PD-Rossi (LeU) vuole svendere le quote delle terme per pagare i debiti e ritrovarsi come unica liquidazione non denaro da reinvestire ma alcuni immobili termali.

Capite l’assurdo? Svendono le quote per fare cassa e poi sanno già che si troveranno in mano solo alcuni immobili, magari i meno appetibili perché scartati dai privati, con poi la necessità di rivenderli.

Uno scenario inaccettabile che sarebbe emblema del fallimento sociale, economico e finanziario del Piano di Razionalizzazione regionale.

Noi non possiamo permettere al PD e a Rossi di arrivare a tanto, per questo abbiamo proposto la creazione di un contenitore aziendale, a capitale interamente regionale, derivante dall’acquisizione delle partecipazioni regionali detenute in Terme di Montecatini spa, Terme di Casciana spa e Terme di Chianciano Immobiliare spa. Tale società, nei confronti della quale occorrerebbe eventualmente applicare le deroghe che la escludano dall’applicazione delle razionalizzazioni previste dal Decreto Madia, avrebbe il compito primario di tutelare e valorizzare i beni immobiliari di tali aziende del settore termale, in ottica strategica e con visione d’insieme, destinando a società private, la gestione dei servizi in questi erogati.

Questa societĂ  potrebbe anche non nascere dal nulla, ma prodursi dal cambio di denominazione e ragione sociale di Terme di Montecatini spa in Terme di Toscana spa, agendo poi per incorporazione del patrimonio regionale del patrimonio immobiliare in quota regionale delle altre aziende termali toscane: Chianciano e Casciana.

Questa operazione non è nuova, è stata già realizzata in Friuli Venezia Giulia, mantenendo in capo alla nuova società unica anche la gestione degli impianti che invece, a nostro avviso dovrebbe essere privatizzata nell’ottica di una visione strategica che mantiene alla parte pubblica solo quanto di rilevanza immobiliare.

In questo modo otterremmo tre risultati importanti: rispetteremmo i requisiti del c.d. Decreto Madia, tuteleremmo il patrimonio termale regionale e garantiremmo anche i debitori tramite un’efficace operazione di razionalizzazione. Le Terme toscane sono un patrimonio da valorizzare, il fatto che finora siano state solo sintomo di spreco di denaro pubblico è tutta responsabilità di chi le ha governate finora, cioè del Partito Democratico e di chi se n’è distanziato da poco. C’è una speranza ed è questa proposta. Sfidiamo il PD alla prova del voto.

ADERIAMO A #IONONSONOUNNUMERO DEL SINDACO DI VOLTERRA

Aderiamo all’iniziativa #IONONSONOUNNUMERO promossa dal Sindaco di Volterra. Il Movimento 5 Stelle ha da sempre indicato nel decreto Balduzzi un testo da riscrivere in modo consistente tramite percorsi partecipati con società scientifiche, categorie e cittadini sulla definizione degli standard, arrivando ad esempio anche alla definizione cogente delle aree disagiate, la cui assenza genera proprio quanto lamentato da cittadini e amministrazione di Volterra come di altre zone toscane quali Isola d’Elba, la montagna pistoiese, la lunigiana e l’amiata.

così Andrea Quartini, consigliere regionale M5S, a proposito della marcia a 30km/h da Volterra a Firenze per difendere la sanità dai tagli, prevista con partenza sabato 24 febbraio alle ore 14 da Piazzale di Docciola a Volterra.

“Dobbiamo passare dalla sanità dei tagli, 45 milioni sul solo personale nella nostra regione, alla sanità dell’orgoglio per i quarant’anni di quella legge di riforma del servizio sanitario nazionale, la n.833 del 1978, che il mondo intero ci invidia e dobbiamo solo attuare al meglio. Ricordo che quella legge superò i modelli mutualistici dei sistemi privati e dimostrò nero su bianco quanto ancora oggi è evidenza scientifica: il servizio sanitario pubblico è il modello più sostenibile per i cittadini sotto tutti i punti di vista, incluso quello economico” precisa Andrea Quartini.

“Noi lo sappiamo mentre altri lo hanno dimenticato” conclude il consigliere regionale M5S.

GLI UCCELLI LA FANNO SULLA FRUTTA, MA PER L’ASSESSORA NON E’ UN PROBLEMA

E’ arrivata la risposta dell’assessora Saccardi alla nostra interrogazione sulle condizioni igienico sanitarie del Mercato sito nel Centro Alimentare Polivalente (CAP) di Firenze, gestito da Mercafir S.c.p.a.

Due mesi fa denunciammo i problemi igienico sanitari di Mercafir con tanto di foto che ritraevano escrementi di volatile sulla frutta e verdura destinata al territorio regionale e sulle mani di alcuni operatori.

Una situazione indecente, da noi verificata di persona in sopralluogo, dovuta ai tanti pennuti che volano indisturbati tra i banchi e sopra le teste dei lavoratori del Mercato. Davanti alla nostra denuncia pubblica e interrogazione, ci aspettavamo una reazione istituzionale decisa a riguardo. Ammettiamo che ancora una volta Giunta e ASL sono riuscite a stupirci in peggio.

Con una risposta stringata Saccardi certifica che l’Azienda USL ha controllato il Mercato Ortofrutticolo di Novoli il 22 dicembre, cioè undici giorni dopo la nostra interrogazione, e nell’occasione ha “acquisito dalla società di gestione (Mercafir) un crono programma di interventi per la messa sottocontrollo della popolazione dei volatili, sul rispetto del quale vigilerà”. Praticamente l’Assessora regionale alla Sanità sta dicendo a noi e ai cittadini che l’Azienda sanitaria è andata a Mercafir, ha visto quanto abbiamo visto noi e ha ottenuto a riguardo la miseria di un piano – senza date a noi fornite – per mettere sotto controllo il problema, sul quale cercherà di stare attenta.

Ma non finisce qui, Saccardi ci tiene infatti a precisare che l’Azienda USL, di cui è responsabile politica, non le ha fornito “comunicazioni riguardo a provvedimenti di competenza per rilevazione di situazioni di pericolo per la salute pubblica”. Tradotto dal politichese: l’Azienda USL ha detto tutto ok, per Saccardi a posto così e pace sia per quegli escrementi sulla frutta che il caso ha voluto quindi non presenti durante il sopralluogo dell’Azienda Sanitaria preposta alla verifica delle condizioni di igiene, nonostante i tanti volatili in circolazione nell’area.

Visto che noi non abbiamo lavorato di Photoshop ci sembra un quadro degno dell’attivazione della Procura della Repubblica di Firenze. L’ultima istituzione che a quanto pare può preservare i cittadini dai pericoli di una situazione che la parte politica di governo regionale vuole solo nascondere sotto il tappeto.

ROSSI “TOSCANA NON IMMUNE DA MAFIA”. BUONGIORNO PRESIDENTE! BEN SVEGLIATO

Il Presidente Rossi ha scoperto ieri che la Toscana non è immune dalla presenza della mafia. Alla faccia del risveglio, dopo decine e decine di inchieste negli ultimi anni e pure una concessione dell’Autorità Portuale regionale ad un’azienda in odor di mafia, fermata solo grazie a noi, il Presidente della Regione arriva a capire che non siamo immuni. Altro che immuni Rossi, il virus è già in circolo da tempo e la terapia antibiotica ve l’abbiamo proposta più volte ma lei e il Partito Democratico con cui governa avete detto sempre no.

Avevamo proposto di nominare l’Osservatorio per la Legalità, fermo da due anni, e di elevarlo a Conferenza Permanente Antimafia, e avete bocciato l’iniziativa.

Avevamo chiesto maggiore attenzione all’antimafia nella Prima Commissione, con una specifica proposta di legge, e anche lì il PD compatto, insieme a MdP ora LeU, ha detto no. Adesso Rossi viene fuori con la scoperta della mancata immunizzazione.

L’unico vero vaccino contro le mafie lo può proporre solo chi ha le mani libere e l’umiltà di ascoltare gli appelli degli esperti. Li abbiamo riuniti qui il 29 settembre scorso e il coro è stato unanime: per politica e istituzioni regionali l’antimafia non dev’essere un contenuto da conferenza stampa, ma una linea precisa fatta di scelte chiare. Siamo sempre a disposizione se qualcuno da Rossi al PD vuole parlare di queste.

CAVA FORNACE VA CHIUSA ORA. NOI COL COMITATO PER ATTO DI SOSPENSIONE CAUTELATIVA

Siamo stati i promotori dell’atto di indirizzo col quale il Consiglio regionale, all’unanimità, ha dichiarato la necessità di chiudere Cava Fornace. Non ci stiamo a prendere in giro i cittadini. L’atto è chiaro, la giunta deve attenersi e punto.

Ho letto con rispetto e interesse la lettera del Comitato volontario contro la discarica di “ex cava Viti” e lo sottoscrivo in toto. La Regione deve deliberare un atto di sospensione cautelativa dell’attività di discarica senza aspettare un giorno di più. Altrimenti Rossi e il PD dichiarino pubblicamente che ritengono il Consiglio regionale ininfluente e chiederemo la sfiducia per manifesta incapacità di rispettare lo Statuto regionale e le norme costituzionali.

ANNULLA APPUNTAMENTO. MA PAZIENTE LO TROVA IN INTRAMOENIA

Il governo del servizio sanitario pubblico richiede regole e controllo. Se sulle prime qualcosa va registrato a livello nazionale, sull’assenza del secondo il problema è tutto in capo alla Regione Toscana.

Abbiamo ricevuto segnalazione che nei giorni scorsi ad Empoli un cittadino ha visto annullare il suo appuntamento di visita specialistica, in seguito alla sospensione dell’attività clinica specifica (visita ematologica), giustificata dalla carenza di personale. Nell’assurdo approccio della macchina amministrativa ASL, invece di trovare una soluzione alternativa, il cittadino è dovuto tornare dal medico di famiglia e tentare nuovamente la sorte per un nuovo appuntamento. E lì la beffa: la soluzione trovata era un appuntamento in libera professione intramoenia, con lo stesso specialista che avrebbe dovuto garantire il servizio sospeso, per cui l’appuntamento era stato annullato.

Un cortocircuito del quale chiediamo conto all’assessora Saccardi con una nuova interrogazione sulle disfunzioni del servizio pubblico sanitario toscano.

45 MILIONI DI TAGLI SUL PERSONALE SANITARIO TOSCANO. CONSIGLIERI PD E MDP SAPEVANO E HANNO VOTATO A FAVORE

Il definanziamento cronico della sanità pubblica è un fatto non un’opinione. Va avanti da una decina d’anni su tutto il territorio nazionale e ha significato tagli per 37 miliardi, in gran parte risparmiati sul personale. Governi di centrosinistra e centrodestra stanno smantellando il servizio sanitario pubblico, e tra questi va incluso il governo regionale.

Lo avevamo detto contrastando la controriforma Saccardi Rossi, fatta per risparmiare 250 milioni proprio a carico del personale sanitario bloccando il turn over per 2500 tra medici infermieri e operatori socio-sanitari. Un’operazione che ha significato liste d’attesa intollerabili, pronti soccorso ingolfati, posti letto che mancano.

E in questo quadro è imbarazzante e surreale che l’attuale dirigente regionale alla sanità, Monica Calamai, annunci 45 milioni di tagli sul personale e il Presidente Rossi, la sua assessora Saccardi e la maggioranza PD- MdP facciano finta di stupirsi. Calamai ha eseguito i loro ordini, quel taglio è scritto nero su bianco nel bilancio previsionale 2017-2019 e nel DEFR 2018 presentati dalla Giunta regionale il 30 novembre scorso e approvati in fretta e furia dalla maggioranza il 20 dicembre. Lì sono citati 42,4 milioni in meno di spesa al netto dell’avanzo, che aumentano sommati ad altri tagli dei capitoli riguardanti i Livelli Essenziali di Assistenza.

In aula prima che il PD e MdP si votassero questo taglio dichiarammo insostenibile e insopportabile quell’ennesimo definanziamento della sanità pubblica a vantaggio della sanità privata e della mercificazione del dolore. Ma la maggioranza tirò dritto.

Adesso Rossi dice che non è colpa sua ma del Governo nazionale, che ha sostenuto fino a ieri ed è guidato dalla sua maggioranza in Consiglio regionale. Forse non aveva letto il suo stesso bilancio? Vada all’opposizione nel caso.

E’ umiliante e poco dignitoso poi che oggi il PD cada dalle nuvole e il presidente della commissione Sanità Scaramelli chieda chiarimenti su quello che lui stesso ha approvato senza colpo ferire. Saremo noi con credibilità a chiedere a Scaramelli che Rossi e Saccardi vengano a riferire in commissione sanità e in aula su come intendono gestire questi 45 milioni di tagli al personale. Perché se pensano di prendere in giro qualcuno non possono prendere in giro noi con la storia del ricorso alla Consulta su una che hanno sostenuto come maggioranza politica.

Se la sanità toscana non è ancora collassata definitivamente lo si deve proprio allo spirito di sacrificio degli operatori sanitari. E Rossi e il PD vogliono proprio tagliare lì, nell’ultimo baluardo di garanzia costituzionale del diritto ad una sanità pubblica e universale? Intollerabile.

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AGGIORNAMENTO
La giunta regionale, per bocca dell’assessora Saccardi, ci ha risposto in Consiglio regionale il 14 marzo. Trovate qui il comunicato stampa ufficiale del Consiglio regionale sulla risposta e la mia replica.

PRIORITA’ PD SULL’ACQUA? CREARE CERCHIO MAGICO E ALLONTANARE TERRITORI

Oggi il Partito Democratico si è approvato in aula una riforma del servizio idrico.

Avranno pensato alla necessitĂ  di ripubblicizzare il servizio come promuoviamo noi? No.
Avranno pensato alla diminuzione delle tariffe come chiedono i cittadini in molte zone toscane? No.
Avranno pensato a migliorare la rappresentativitĂ  dei piccoli e medi comuni nelle scelte di indirizzo? Esattamente il contrario.

Come ho detto in aula: non c’è una motivazione razionale per approvare questa norma. Questa proposta del PD dedita al centralismo aumenta la burocrazia e aumenterà le tariffe ai cittadini. Perché il cerchio magico ristretto creato per decidere i destini dei territori taglierà fuori dai giochi cittadini e comuni esclusi. Come faranno questi ad ottenere voce in capitolo sui mancati investimenti in una rete che oggi perde il 40% e non vede investimenti profondi di gestori che fanno 70milioni di utili?

Votiamoli via il 4 marzo

REGIONE RIGETTI AMPLIAMENTO DISCARICA IL PAGO DI FIRENZUOLA

Quando manca la visione e la politica va per spot, anche le buone notizie possono diventare cattive in poco tempo. Due mesi fa Rossi si è svegliato sull’economia circolare, dopo tre anni di nostre insistenze e una legge proposta e bocciata anche dal suo gruppo, parlando della non necessità di Case Passerini. Ottimo, ma in attesa di vedere qualcosa di scritto ci troviamo con questo percorso di ampliamento della discarica il Pago di Firenzuola che ci sa tanto di polvere sotto il tappeto. La Regione deve rigettare la richiesta del gestore.

Il nostro no all’inceneritore di Case Passerini è legato infatti a studi e proiezioni che ci dicono come una raccolta differenziata seria renda inutile investire nell’impianto. Ma come sempre quando il Movimento 5 Stelle indica la luna, il PD e Rossi guardano il dito. E infatti temiamo che abbiano pensato di spedire a Firenzuola quanto pensano di non poter più incenerire a Case Passerini. Speriamo di sbagliarci e soprattutto torniamo ad invitare Rossi e il PD ad un confronto serio sul tema rifiuti ed economia circolare, in Consiglio regionale. Se vogliono intestarsi le nostre idee facciano pure ma almeno cerchino di capirle prima tutte.

La vicenda Firenzuola è stata affrontata una settimana fa in Commissione. Ho ribadito a Sindaco e Comitato che siamo contrari a questa riapertura, col quinto lotto, perché basta una politica seria di gestione dei rifiuti – diversa da quella tenuta finora dal PD regionale e da Rossi – e anche questa discarica perderebbe ogni senso. A meno che, col trucchetto del suo riferirsi all’Ambito dell’Emilia Romagna, ci sia un concorso di interessi con i compagni di partito di quella regione.

La comunità di Firenzuola, dopo lo choc dell’Alta Velocità di Vallico e la chiusura della discarica, aveva voltato pagina e puntato su un modello di sviluppo economico a noi caro: tutela e alla valorizzazione delle risorse culturali, storiche e ambientali, produzioni agricole e allevamenti di qualità. Una politica seria e lungimirante aiuterebbe questo sviluppo, puntando anche sul turismo. Non penserebbe a riaprire la discarica per mandarci il frutto dell’incompetenza gestionale del PD fiorentino.