“Siamo profondamente preoccupati per le possibili ripercussioni che il nuovo piano per la riduzione dei costi presentato dalla multinazionale Continental potrebbe avere sul destino di 500 lavoratori nel Pisano”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 stelle, Irene Galletti. “Da tempo seguivamo con attenzione la vicenda, grazie al prezioso contributo di operai e sindacalisti. Il mantenimento dei livelli occupazionali – spiega – è un nodo essenziale che deve essere incluso nelle strategie imprenditoriali della Continental”. Galletti ricorda che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli proprio in questi giorni ha annunciato la convocazione di un tavolo ministeriale dedicato al comparto auto: “Ovviamente – prosegue Galletti – l’iniziativa coinvolge tutto il settore dell’automotive e rappresenta, dunque, un primo importante segnale della grossa attenzione che questo governo ha deciso di convogliare su questo prezioso settore. Da parte nostra, riguardo la vicenda Continental, presenteremo un atto ad hoc in Regione, così che prosegua e si intensifichi il monitoraggio della situazione. Cercheremo, inoltre, di favorire e seguire in modo costante un positivo collegamento tra il ministero, i vertici regionali, l’azienda e le rappresentanze sindacali, in modo da rendere un servizio utile ai lavoratori coinvolti e a tutto il territorio pisano”.
Piano sanitario e sociale integrato della Toscana – Quartini (M5S): “Documento deludente”
“Un piano deludente, autocelebrativo e privo di sostanza. Siamo molto amareggiati: i toscani meritano di meglio”. Così il consigliere del Movimento 5 stelle Andrea Quartini in una nota a margine della discussione del Pssir in commissione regionale
“Non poteva – attacca Quartini – essere altrimenti: questo piano è in linea coerente con la contestata riforma sanitaria voluta dalla maggioranza a guida Pd sul finire del 2015. Una riforma frutto di una strategia politica dai contenuti democraticamente opachi: si voleva evitare il referendum toscano che avrebbe consentito ai cittadini di esprimere la loro opinione riguardo lo smantellamento del servizio sanitario”.
Oltre al merito, Quartini critica anche il metodo: “Il Piano 2018/20 è stato presentato alla commissione preposta a inizio 2019, con un ritardo inaccettabile che non ha smentito le brutte abitudini già evidenti in passato. Eppure – insiste – il Pssir dovrebbe essere scritto e discusso a inizio legislatura, quando si pianifica la strategia dei cinque anni di governo”. L’affondo più pesante Quartini lo sferra andando a incidere sulla mancata sfumatura sociale del piano: “Il tema del contrasto alla povertà – sottolinea – viene affrontato solo marginalmente. Senza considerare – prosegue – la deriva che un piano di questo genere va delineando verso una sanità sempre più aziendalizzata e sempre meno vicina agli ultimi, alle persone comuni che non possono permettersi di pagare salate prestazioni in cliniche private o attendere lo smaltimento di liste d’attesa infinite. L’opera del ministro Giulia Grillo – evidenzia Quartini – è meritoria, ma da sola non può bastare: le regioni, nel nostro caso la Toscana, devono e possono fare di più per diminuire le disuguaglianze tra cittadini ed evitare l’amplificazione a dismisura di tensioni sociali”.
Il M5S alcune battaglie è riuscito a inserirle nel testo del Pssir. “Parliamo – spiega Quartini – di temi che portiamo avanti da anni, come la riduzione dei tempi delle liste d’attesa grazie al monitoraggio dei percorsi diagnostici e terapeutici assistenziali tramite indicatori di performance e di risultato, un crono programma da inserire nel fascicolo sanitario elettronico. Così come siamo soddisfatti dell’accoglimento del nostro emendamento al Pssir in merito al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia)”. Tra gli emendamenti del M5S accolti anche l’identificazione e il riconoscimento delle aree particolarmente disagiate, “Questo – spiega Quartini – rinforzerà la nostra azione a tutela della parità di trattamento e condizioni per tutti i toscani a partire, per esempio, dalla montagna pistoiese”.
Tuteliamo i lavoratori della Magna Closures
Sia garantita ai nuovi assunti della Magna Closures un’adeguata contrattazione lavorativa: questa la richiesta che emerge dall’azione del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gabriele Bianchi che ha predisposto un’interrogazione in Regione proprio dedicata all’azienda di Collesalvetti. “Vorrei sapere – spiega – se i vertici regionali sono o meno a conoscenza del fatto che alla Magna Closures spa è in corso un contratto di solidarietà difensivo dal 29 ottobre scorso e che terminerà il 28 ottobre del 2020. La situazione del mercato dell’automotive in Toscana – prosegue – è critica e rischia di trascinare verso situazioni difficili migliaia di cittadini che lavorano nell’indotto”. Sono oltre 560 gli addetti della sola Magna Closures. “Persone – insiste Bianchi – su cui aleggiano preoccupanti nubi, anche e soprattutto tenuto conto delle recenti informative sulle prospettive di produzione e occupazionali del settore”. Ed infatti Bianchi ricorda che già si parla di una rimodulazione degli assetti “Con l’accordo preso tra azienda e rappresentanze sindacali unitarie che prevede l’assunzione di sessanta nuove persone a condizione però, proprio per favorire la competitività, dell’abbassamento del costo del lavoro, ossia di non applicare la contrattazione di secondo livello a questi nuovi lavoratori in ingresso. Una scelta – evidenzia – obbligata per le Rsu: se l’accordo proposto dalla direzione aziendale non avesse trovato terreno fertile si sarebbe giunti con ogni probabilità alla chiusura dello stabilimento”. Bianchi invita tutte le sigle sindacali in questo momento delicato “a garantire il coinvolgimento e l’ascolto di tutte le istanze in modo trasversale per avere un unico obiettivo comune a tutela di tutti i lavoratori”. Il consigliere del M5S, inoltre, coinvolgerà la Regione affinché sia chiara la posizione dell’ente e le possibili azioni a tutela del comparto e dei lavoratori.
SALE OPERATORIE FERME PER GUASTI A CISANELLO IL M5S ANNUNCIA: INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA
Desta preoccupazione la notizia legata allo stop delle attività chirurgiche in cinque sale operatorie dell’ospedale Cisanello di Pisa: il Movimento 5 stelle Regione Toscana annuncia un atto ad hoc per andare in fondo alla vicenda.
Il blocco, per quel che viene comunicato dall’Azienda ospedaliero universitaria pisana, sarebbe dovuto a un guasto all’impianto di condizionamento e ricircolo dell’aria a servizio del blocco operatorio del reparto cardio toraco-vascolare. “È nostro dovere – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Quartini – capire bene cosa sia accaduto e mettere in piedi ogni possibile attività in grado di evitare il ripetersi di tali criticità. Per questo motivo presenteremo un’interrogazione alla giunta”.
BORGHI CI RICASCA. EPIC FAIL IN AULA SU RIMBORSI E TIRENDICONTO M5S
Purtroppo Claudio Borghi ci è ricascato. Dopo la pubblicazione di un comunicato stampa, dove è riuscito a raccontare 7 falsità sulla nostra proposta di reddito di cittadinanza (da noi svelate puntualmente qui), pensavamo avesse toccato il fondo. Ma è riuscito a far di peggio.
Nell’ultima seduta del Consiglio regionale l’esponente della Lega Nord, noto opinionista tv e responsabile economico della Lega Nord, si è lanciato in un siparietto sul nostro “Tirendiconto” raccontando una serie di bugie imbarazzanti.
Ci permettiamo di segnalare le principali.
RIMBORSI “ZERO” DICE BORGHI, PECCATO SIA FALSO
Borghi asserisce di non prendere alcun rimborso dal Consiglio Regionale della Toscana. Peccato che questo sia falso: ciascun consigliere regionale riceve il rimborso spese per l’esercizio di mandato, a sua volta suddiviso in due voci: quota fissa e quota variabile.
La quota fissa è di 1925 euro a Consigliere, che salgono a seconda della carica ricoperta:
– 1.988 euro per vicepresidenti e segretari di commissione o vicepresidenti di un gruppo (come il solo PD) con almeno 13 consiglieri
– 2.100 euro per presidenti di commissione e presidenti di gruppo consiliare
– 2.140 euro per consigliere segretario del Consiglio e portavoce dell’opposizione (caso di Claudio Borghi)
– 2.203 euro per i vicepresidenti del Consiglio
– 2.523 euro per i componenti della Giunta
La quota variabile invece dipende soprattutto dalla distanza tra il luogo di residenza e la sede del Consiglio Regionale, unita ad un calcolo astruso realizzato dai politici di professione nel 2012 per ottenere il massimo dei soldi dei cittadini anche in questo caso.
Il risultato di tutto questo pastrocchio è che ogni Consigliere Regionale ogni mese riceve un rimborso spese composto da due voci, la somma delle quali varia a seconda del suo ruolo e della distanza tra la sua casa e la sede del Consiglio Regionale oltre a, e meno male, una eventuale decurtazione se non si presenta a sedute di Consiglio, Commissione e conferenza programmazione lavori. Tradotto: se non vieni ti tolgono 50 euro e il 5% della quota variabile. Da qualche parte in Toscana si direbbe “asciugati…”.
Borghi, nel suo show in Consiglio, dice che i suoi rimborsi sono “ZERO”. Mentre noi ci intascheremmo, a suo dire, più del dovuto.
Torniamo a suggerirgli un consulto da uno bravo o quantomeno di leggersi i documenti pubblicati dal Consiglio regionale sui suoi emolumenti mensili (2015 – 2016 – 2017) prima della prossima sparata. Capiamo che per uno che a inizio mandato diceva di avere avuto nella sua vita una dichiarazione dei redditi da 540.000 euro (evidentemente asciugatasi molto negli ultimi anni, visto quanto dichiarato nel 2015 e 2016) non ci sia bisogno di capire le voci che compongono quei 12 mila euro lordi mensili dei cittadini toscani versati in buona parte nel suo conto per svolgere il mandato, ma forse prima di dichiarare il falso su se stessi e sugli altri conviene informarsi.
Da quando è in carica nel Consiglio regionale della Toscana Claudio Borghi ha preso 79.061,72 euro solo di rimborsi per l’esercizio del mandato (tutto pubblico e consultabile qui: 2015, 2016, 2017). Una bella sommetta, resa più tonda dal fatto che il consigliere regionale toscano Borghi prende il massimo del rimborso variabile – tranne nei casi in cui non si presenta alle sedute istituzionali – perché domiciliato a Milano. Liberi i cittadini toscani elettori della Lega Nord di scegliersi un milanese come consigliere regionale e libero lui di prendere il massimo del rimborso consentito dalla legge toscana, ma almeno abbia la decenza di non rinnegarlo.
Anche se un dubbio ci viene: se Borghi non ha mentito consapevolmente, cioè ha detto quanto pensa sia vero, allora è analfabeta funzionale. Cioè non sa leggere una tabella (quella dei suoi emolumenti). Un dubbio sorretto dall’ultima parte del suo EpicFailShow.
EPIC FAIL SUL TIRENDICONTO M5S
Le balle infatti non sono finite qui. Borghi infatti ha preso anche una spiacevole cantonata sul nostro “Tirendiconto“.
Diversamente dall’esponente della Lega Nord e da tutti gli altri consiglieri regionali, noi del Movimento 5 Stelle tratteniamo solo i rimborsi spese effettivamente spesi per il mandato, restituendo ai cittadini la differenza. Il principio è semplice: noi non vogliamo più rimborsi di quanti ci servono per espletare al meglio il nostro incarico e come strumento di verifica ci impegniamo a tenere tutti i giustificativi di spesa (scontrini, fatture ecc.) che attestino tali spese. Questo metodo è scritto pubblicamente dal 2015 sul nostro sito, ripreso da numerose testate stampa e replica il metodo utilizzato dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale, ampiamente raccontato sui nostri canali e dai media mainstream. Questo per dire che difficilmente chi vive sulla terra ed è interessato al tema può sostenere di non aver avuto sufficiente informazione su questo metodo Cinque Stelle di interpretare la questione rimborsi spese.
Siccome Borghi non ci risulta residente sulla Luna (ma a Milano) e si accredita come esperto economista, non sappiamo come spiegarci, senza sollecitare nell’interpretazione qualche bravo analista in merito al suo analfabetismo funzionale, quanto è successo martedì in Consiglio.
Borghi è arrivato infatti a dire davanti a tutta l’aula e in diretta streaming che Giacomo Giannarelli “si intasca 1400 in più” di lui, in riferimento ai rimborsi spese. La balla è talmente grossa che qualcuno potrebbe pensare ad uno scherzo, ma no, è tutto vero. L’ha detto lui. E senza alcun imbarazzo ha appesantito la figura barbina con una giustificazione dell’affermazione a dir poco imbarazzante. I “1400 euro in più” Borghi li ha dedotti dal fatto che sul Tirendiconto di ottobre 2016 di Giacomo alla voce “totale rimborsi rendicontati” sono riportate 3.424,59 euro e il Totale della restituzione è 2.001,77 euro. Questo sedicente esperto di economia ha quindi sottratto dal totale dei rimborsi rendicontati (3.424,59 euro) il totale della restituzione di Giacomo (2.001,77 euro) pensando che 1.400 euro siano quanto Giacomo si terrebbe in tasca.
Al netto dello stupore, ci spiace dopo aver dovuto spiegare a Borghi cosa sia l’ISEE, doverci trovare a spiegargli anche le somme e le sottrazioni.
E dire che l’excel del Tirendiconto è molto semplice e chiaro. Riprendiamo il caso citato da Borghi per andare incontro alle difficoltà di comprensione del cittadino medio e per comodità ci rivolgeremo ad un ipotetico Claudio:
– Stipendio netto ricevuto dalla Regione (cioè l’importo del bonifico arrivato a Giacomo dal Consiglio regionale per l’attività compiuta ad ottobre 2016) = 8.691,20 euro
– Stipendio netto Portavoce Movimento 5 Stelle (cioè quanto i consiglieri regionali M5S possono trattenere dell’importo di cui sopra, riferito all’indennità) = 3.264,84 euro
– Totale rimborsi rendicontati (cioè effettive spese di mandato sostenute da Giacomo a ottobre 2016) = 3.424,59 euro
– Totale restituzione (cioè quanto Giacomo Giannarelli NON “si è intascato” tra indennità e rimborsi) = 2.001,77
Capito Claudio? C’è un importo ricevuto che noi per ‘Codice di comportamento‘ (un documento sottoscritto, Claudio, un foglio di carta con scritti degli impegni … ok? Ci sei?) ci impegniamo a restituire in un modo semplice: togliamo la parte legata all’indennità di funzione (quindi Claudio devi mettere il meno, togliere dal primo importo capito? Ci sei?), perché noi la rifiutiamo, poi togliamo la parte dell’indennità di carica eccedente il tetto stabilito (tradotto per te Claudio significa che noi al massimo possiamo trattenere per noi 3.264,84 euro nette al mese, quindi da quell’importo di prima devi togliere l’eccedenza. Ok Claudio?). Ecco se sei arrivato fino a qui adesso fai l’ultimo sforzo: oltre a quei 3.264,84 euro noi possiamo anche trattenere quanto speso per l’esercizio del mandato. Capiamo che la frase per te possa essere difficile, quindi te la spieghiamo con calma.
Hai presente quando Borghi dice “questa acqua l’ho presa coi miei soldi”? Ecco, bravo: adesso seguici, per noi quella spesa, con tanto di scontrino tenuto (altrimenti non vale!), è una spesa per il mandato perché l’acqua a quanto pare la stai bevendo in aula, e la potresti portare a rendicontazione, sempre che tu abbia tenuto lo scontrino. Per il nostro mandato Claudio abbiamo bisogno di spostarci, fare telefonate, mandare mail, mangiare, stampare materiale informativo. Ecco tutte queste spese sostenute nell’esercizio del mandato, se associate a giustificativo di spesa (gli scontrini Claudio, o le fatture. Ok?), noi le possiamo pagare con i rimborsi forniti a tutti i consiglieri (anche te Borghi, Claudio, lo abbiamo spiegato prima, lui li prendeva a sua insaputa … pace, ora lo sa lui e lo sai te). Siccome i rimborsi forniti a noi consiglieri dal Consiglio Regionale sono più alti rispetto a quanto veramente necessario (perché non sono mica scemi questi politici di professione … fino a quando li votano) NOI restituiamo la differenza (quanto non abbiamo effettivamente speso Claudio, ok: ci danno 100, spendiamo 80, restituiamo 20. Ti torna?). Quindi NOI DEI RIMBORSI NON INTASCHIAMO NIENTE. Li spendiamo per il mandato Claudio. Ok?
Da quel bonifico che ogni mese arriva sul conto, se tu Claudio fossi del Movimento 5 Stelle, dovresti togliere la differenza tra lo stipendio netto consentito a noi M5S (3.264,84 euro) e quanto invece ti arriva per l’indennità, PIÙ (Claudio seguici … non ti perdere, ce la puoi fare) quanto dei rimborsi tu non hai speso per il mandato e non ci accontenteremmo di un numero dato sulla fiducia (figurati Claudio, sappiamo che sei un signore …) ma dovresti produrre gli scontrini e le fatture a giustificativo.
Pensa te Claudio che se Borghi ci avesse copiato in questo, avrebbe restituito una buona parte delle circa 200 mila euro che si è messo – legittimamente – “in tasca” da quando è entrato nel Consiglio regionale della Toscana. Tra l’altro vista la sua bassa attitudine a sopralluoghi in suolo toscano, avrebbe sicuramente avuto spese molto più basse ad esempio di uno come Giacomo che in meno di due anni ha già girato la Toscana tra scuole disastrate, discariche autorizzate e non, dighe, ponti, stazioni incautamente dismesse, aree sin, strade da ripristinare per il cicloturismo, impianti geotermici … e ci fermiamo perché ne ha fatte davvero troppe (tutto pubblico, Claudio, puoi vederlo su questo sito).
Ma vedi Claudio, Borghi non è un Cinque Stelle. Troppo dura la vita del Cinque Stelle.
Meglio comunque Claudio. Con noi non avrebbe resistito un mese. Toccava persino ascoltare i cittadini, poi uno vale uno … meglio così.
Comunque speriamo Claudio che Borghi faccia a te e al resto dei toscani un piacere: lasci perdere astruse proposte di legge per ridefinire gli emolumenti dei consiglieri sulla base di algoritmi che evidentemente sono così poco seri da non averli adottati dove la Lega Nord governa (e fai bene a chiederti come mai quando il Responsabile economico della Lega Nord si inventa un metodo per associare gli emolumenti dei consiglieri al benessere dei cittadini non lo sperimentano dove governano) e inizi ad impegnarsi un pochino di più.
O forse no, come dice Borghi: saranno gli elettori a giudicarlo al prossimo giro. Noi ci siamo permessi di dargli qualche informazione. Per un voto più consapevole.
IRENE GALLETTI
ANDREA QUARTINI
ENRICO CANTONE
GABRIELE BIANCHI
GIACOMO GIANNARELLI
Piano Sociale e Sanitario Regionale, Galletti (M5S): “Serve un cambio di passo sulla Sanità territoriale, sulla Prevenzione e sulle disuguaglianze”
“Il Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2024-2026 rappresenta uno sforzo di pianificazione importante, ma su alcune criticità strutturali – come la carenza di personale nelle Case della Comunità (attualmente solo il 7% è pienamente operativo), la mancata valorizzazione dei medici di base e degli infermieri territoriali, o il divario crescente tra aree urbane e periferiche – ci saremmo aspettati scelte più incisive e strumenti operativi più concreti,“ Così Irene Galletti, Capogruppo del M5S Toscana a margine della discussione relativa al PSSIR che si è tenuta oggi in Consiglio Regionale.
“Negli anni, anche attraverso confronti istituzionali e documenti programmatici, il Movimento 5 Stelle ha avanzato proposte dettagliate e realizzabili: dall’effettiva attuazione della “sanità d’iniziativa” per l’assistenza ai malati cronici, al riconoscimento del ruolo del Terzo Settore tramite misure fiscali di incentivo, fino a un sistema di tutela che assicuri l’accesso alle cure nei tempi previsti, anche attraverso il privato convenzionato ma con costi a carico del servizio sanitario. Rimane inoltre marginale l’attenzione alla prevenzione, che dovrebbe essere il fulcro di una sanità pubblica moderna: investire nella diagnosi precoce, nello sport come strumento di salute e nell’educazione sanitaria diffusa significa ridurre disuguaglianze e costi a lungo termine, ma il Piano non compie quel salto di qualità necessario,” conclude Galletti.
Consiglio Regionale, Galletti (M5S): “Tutti i nostri timori si sono realizzati. Toscana Aeroporti si sottrae al confronto: la Regione deve riprendere il controllo pubblico”
“Tutti i nostri timori per i lavoratori e per i servizi aeroportuali si sono purtroppo realizzati. Avevamo previsto che la frammentazione societaria e la rinuncia al controllo pubblico da parte della Regione Toscana avrebbero aperto la strada a peggioramenti nelle condizioni di lavoro. Oggi ne abbiamo la conferma: contratti differenziati per mansioni identiche, investimenti assenti, attrezzature obsolete e, soprattutto, la totale indisponibilità di Toscana Aeroporti al confronto istituzionale”.
A intervenire è Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a margine della risposta dell’Assessora Alessandra Nardini all’interrogazione M5S sul sistema aeroportuale toscano.
“Il fatto che un soggetto privato, che beneficia di dividendi milionari e di un traffico passeggeri in forte aumento, rifiuti oggi persino di presentarsi a un tavolo convocato dalla Regione è inaccettabile. È la dimostrazione che i servizi pubblici strategici non possono essere lasciati in mano esclusiva al mercato. Il profitto viene prima di tutto, mentre i diritti dei lavoratori vengono sistematicamente sacrificati”.
“Questa situazione è figlia della scelta politica, compiuta negli anni passati, di cedere la maggioranza pubblica in Toscana Aeroporti – continua Galletti –. Oggi la Regione si trova con una quota residuale del 5%, senza reali strumenti per intervenire. È arrivato il momento di ripensare il modello di gestione del sistema aeroportuale, a partire dal recupero di un controllo pubblico efficace”.
“Non possiamo accettare che in Toscana si sviluppi un sistema aeroportuale che produce utili per pochi e precarietà per molti. La Giunta utilizzi tutti gli strumenti a sua disposizione, anche politici, per invertire questa rotta. Questa vicenda – conclude Galletti – sia un monito per il futuro: ogni volta che si rinuncia al pubblico, a perderci sono i lavoratori e i cittadini”.
Corte dei Conti, Galletti (M5S): “Giudizio di parificazione evidenzia criticità superabili con una chiara visione politica. Quello che serve è un cambio di passo su Sanità, Ambiente e PNRR”
“Il giudizio di parificazione della Corte dei Conti sul Rendiconto generale della Regione Toscana per l’esercizio 2024 restituisce un quadro complesso, con elementi di continuità ma anche criticità persistenti. Una valutazione che, pur nella sua sobrietà istituzionale, richiama la politica regionale a una responsabilità condivisa. La Toscana non può permettersi ulteriori inerzie, proprio mentre cresce in modo costante la domanda di servizi pubblici qualificati”, dichiara Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
Sulla sanità Galletti richiama la necessità di un cambio di paradigma: “Il sistema sanitario toscano ha bisogno di una riorganizzazione profonda, che superi la logica della gestione emergenziale per puntare su una visione strategica e di lungo periodo. Nei prossimi anni aumenteranno sia la complessità che i costi dei servizi sanitari, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione. Se non si interviene per tempo, il rischio è un indebitamento strutturale che comprometterebbe la tenuta del sistema. Serve quindi ripensare l’organizzazione dell’offerta, semplificare l’accesso alle cure e rafforzare la sanità territoriale, per garantire equità e sostenibilità.”
Galletti conclude con un affondo al Governo centrale: “In questo scenario, il Governo Meloni potrebbe offrire un contributo concreto destinando maggiori risorse alla sanità pubblica, anziché rincorrere la spesa militare. Scaricando tutto l’onere della crescente domanda di servizi sulle Regioni, si otterrà solo il risultato di una privatizzazione sempre più spinta della sanità pubblica, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta in termini di accessibilità e uguaglianza.”
Galletti sottolinea anche l’urgenza di riformare il modello di finanziamento dell’Arpat: “Non è coerente che un ente con competenze prevalentemente ambientali continui a essere finanziato tramite il bilancio sanitario. È necessaria una programmazione trasparente all’interno del bilancio ordinario, nel rispetto dei LEPTA, e un impegno attivo della Regione Toscana in Conferenza Stato-Regioni per promuovere un confronto nazionale sul ruolo e il futuro delle agenzie ambientali regionali, che devono poter operare con massima autonomia rispetto al loro ruolo, e con strumenti adeguati.”
Particolarmente preoccupante, infine, il quadro relativo al PNRR: a fronte di 238,58 milioni di euro assegnati alla Toscana con scadenza entro il 2024, risulta concluso solo il 37,91% degli interventi. “Questi dati – avverte Galletti – impongono una riflessione seria. Le risorse ottenute con determinazione dal Presidente Giuseppe Conte in sede europea, pari a 194,4 miliardi a livello nazionale tra sovvenzioni e prestiti, rappresentano un’opportunità storica. Sprecarla per ritardi autorizzativi o inefficienze amministrative sarebbe imperdonabile. La Toscana deve accelerare, con senso delle istituzioni e visione strategica.”
UE: Galletti (M5S), “Tagli all’agricoltura colpiranno duramente la Toscana, Fitto responsabile del disastro MFF”
“Con il nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea (MFF 2028-34) si consuma un disastro per l’Italia: la riduzione del 30% dei fondi della Politica Agricola Comune e di Coesione porterà il nostro Paese da beneficiario netto a contributore netto. Il risultato concreto è: meno investimenti per le Regioni, per il mondo agricolo e per i territori più fragili, compresa la Toscana rurale.”
Lo dichiara Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, che rilancia le preoccupazioni espresse dal capodelegazione M5S al Parlamento Europeo Pasquale Tridico.
“Questa non è un’opinione: è un fatto numerico, documentato e denunciato anche in sede europea. A fronte di questi tagli, il Governo Meloni non solo tace, ma avalla un’impostazione che sposta risorse vitali verso capitoli come il riarmo, ignorando del tutto i settori che garantiscono sicurezza alimentare, sviluppo e coesione sociale.”
Il commissario Raffaele Fitto aveva il compito di difendere gli interessi italiani. Al contrario, si sta assumendo la responsabilità politica della più grave riduzione di fondi per l’Italia dalla nascita dell’Unione: un fallimento che porterà la sua firma. Il Movimento 5 Stelle chiede che la Regione Toscana alzi la voce in tutte le sedi, per difendere risorse fondamentali che sostengono migliaia di imprese agricole e progetti locali,” conclude Galletti.
Direttissima Roma-Firenze, M5S: “Salvini Ministro delle opere inutili. Il Governo penalizza i pendolari, la Toscana paga ancora”
Anche la Toscana si troverà ad affrontare i primi disagi tra il 18 e il 23 luglio, quando 18 treni regionali e 2 Intercity saranno dirottati sulla linea lenta per i lavori nella Galleria San Donato. Ma questo è solo l’inizio. Dal 1° gennaio 2026 diventerà operativo il provvedimento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) che obbligherà tutti i treni regionali e interregionali a lasciare la linea Direttissima Roma-Firenze per trasferirsi sulla linea lenta, allungando tempi di percorrenza e aggravando i disservizi per migliaia di pendolari toscani.
“Sono anni che subiamo ritardi cronici, corse cancellate senza preavviso e disagi che incidono ogni giorno sulla vita di studenti e lavoratori. Come Movimento 5 Stelle Toscana non chiediamo miracoli, ma almeno viaggi dignitosi e puntuali. È ora che il trasporto regionale venga riconosciuto come un servizio pubblico essenziale, non come una voce marginale di bilancio”, dichiarano Riccardo Ricciardi, Capogruppo M5S alla Camera, Andrea Quartini, Deputato M5S, Irene Galletti, Presidente Gruppo M5S Toscana, e Tommaso Pierazzi, Coordinatore provinciale del M5S aretino.
“Il problema è politico, prima ancora che tecnico. Mentre si tagliano i servizi ai cittadini, il Ministro Matteo Salvini si ostina a inseguire progetti faraonici e inadeguati. È a pieno titolo il Ministro delle opere inutili: parla di grandi infrastrutture come la stazione Medioetruria – costosissima e scollegata dal tessuto reale della mobilità – ma ignora completamente chi ogni giorno prende il treno per andare a scuola o al lavoro. La verità è che questo governo tratta i pendolari come cittadini di serie B.”
“È il momento di cambiare rotta – concludono – e ascoltare davvero i territori. Serve un piano straordinario per il trasporto ferroviario regionale, e servono investimenti su ciò che migliora la vita delle persone, non sulle promesse elettorali senza futuro.”
Aeroporti toscani, Galletti (M5S): “Handling aeroportuale, la Regione non resti a guardare: servono garanzie per lavoratori e passeggeri”
“Condizioni di lavoro penalizzanti, carenza di mezzi, disorganizzazione strutturale e violazioni contrattuali sistematiche: è il quadro allarmante denunciato dalle principali sigle sindacali nei servizi di handling degli scali di Firenze e Pisa. La Regione Toscana non può limitarsi a osservare: serve un’assunzione di responsabilità politica per garantire condizioni dignitose ai lavoratori e un servizio efficiente e sicuro per i passeggeri.”
Lo dichiara Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, annunciando la presentazione di un question time alla prossima seduta dell’Assemblea toscana, con cui chiede alla Giunta quali misure intenda adottare di fronte alla vertenza aperta nel comparto aeroportuale.
Il problema nasce dalla crescente frammentazione nella gestione dei servizi – spiega Galletti –. Il cosiddetto ‘spezzatino aeroportuale’, denunciato dalle sigle sindacali e alimentato dalla moltiplicazione degli appalti, ha generato una pericolosa corsa al ribasso, con ricadute dirette su lavoratori e passeggeri. A farne le spese sono la qualità del servizio, la sicurezza e gli investimenti. Un modello ormai insostenibile, che proprio in alta stagione mostra con evidenza tutte le sue criticità.”
Galletti conclude chiedendo alla Regione di riaprire con urgenza un confronto istituzionale con Toscana Aeroporti e le aziende coinvolte: “Non si può tollerare che in uno scenario di profitti record si continui a negare diritti fondamentali, premi di produzione e tutele contrattuali ai lavoratori. È il momento di agire per ristabilire regole chiare, rispetto e dignità nel lavoro aeroportuale.”
Sanità, Galletti (M5S): “A Volterra scelta sbagliata. Il territorio va ascoltato, la sanità pubblica difesa con i fatti”
“Il declassamento della Dialisi di Volterra a Centro ad Assistenza Limitata è una scelta che indebolisce ulteriormente un presidio sanitario già provato da anni di ridimensionamenti. È un errore che va corretto”, dichiara Irene Galletti, presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale della Toscana.
“Da troppo tempo – prosegue – comitati, cittadini e operatori sanitari lanciano un appello chiaro: basta tagli ai servizi essenziali. Ridurre l’assistenza medica, limitare la presenza del nefrologo, affidarsi al solo teleconsulto e dirottare le urgenze su Pontedera significa allontanare il diritto alla salute da chi vive nelle aree interne. Un territorio come quello di Volterra non può essere lasciato indietro.”
“Siamo sempre stati al fianco di chi difende con determinazione il proprio ospedale, e continueremo a farlo”, sottolinea Galletti. “Adesso serve riaprire un confronto serio con il territorio e valutare ogni possibilità per ristabilire una presenza sanitaria adeguata e continuativa. Non possiamo permettere che questa decisione diventi un precedente.”
“La Regione – conclude – ha tutti gli strumenti per tornare sui propri passi e dare un segnale concreto di attenzione. Non servono parole, servono scelte coraggiose. Il Movimento 5 Stelle continuerà a portare queste istanze nelle istituzioni con fermezza, coerenza e senso di responsabilità.”
Rigassificatore, mozione approvata: ora il Governo rispetti gli impegni presi con Piombino
Approvata in Consiglio regionale la mozione presentata dal M5S, e sottosrcitta anche dal PD, in merito al trasferimento del rigassificatore e di Piombino
“L’approvazione della nostra mozione in Consiglio regionale è un atto politico forte e necessario:un messaggio chiaro al Governo Meloni, che gli impegni con i territori non si cancellano per convenienza elettorale o per propaganda di partito. Il trasferimento del rigassificatore di Piombino entro luglio 2026 non è una promessa, ma un accordo ufficiale, sottoscritto dal precedente Governo e da Snam. Piombino ha accettato con senso di responsabilità un sacrificio pesante, basato su impegni precisi e a tempo determinato. Eppure, in occasione delle recenti elezioni regionali in Liguria, esponenti dell’esecutivo – come il viceministro leghista Edoardo Rixi – e lo stesso Marco Bucci, nuovo Presidente della Regione Liguria, hanno rimesso in discussione quell’accordo, affermando che il rigassificatore non sarà spostato in Liguria. Una presa di posizione dettata esclusivamente da logiche di consenso locale, che smentisce l’intesa firmata dal loro stesso predecessore Giovanni Toti, anch’egli espressione della destra di governo. Comprendiamo le legittime preoccupazioni dei cittadini di Vado Ligure, ma è l’incoerenza del centrodestra a creare confusione e tensioni tra territori. Così facendo, si tradisce non solo Piombino, ma anche la serietà delle istituzioni e la credibilità dello Stato. Adesso spetta proprio alla destra individuare una soluzione alternativa: la Toscana ha già fatto la sua parte. L’impianto deve essere spostato, senza proroghe, come stabilito”. Così Irene Galletti, capogruppo del M5S in Consiglio regionale.
Legge su assistenza disabilità e anziani, Galletti (M5S): “Serve una riforma vera con risorse adeguate, non una cornice vuota”
“Abbiamo scelto di non partecipare al voto sulla Proposta di Legge 249 perché, pur condividendo l’obiettivo di riorganizzare il sistema di assistenza, riteniamo che il testo approvato sia debole nei contenuti e manchi delle condizioni necessarie per incidere concretamente sulla vita delle persone. La legge infatti si basa su un principio di neutralità finanziaria, senza prevedere risorse aggiuntive, e questo rende la riforma inevitabilmente insufficiente a coprire le reali necessità degli aventi diritto” – dichiara Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale della Toscana.
“Mancano risorse strutturate, tempi certi per la presa in carico, una definizione chiara di come deve agire un case manager, e il Terzo Settore resta ai margini della governance. Il rischio è che, anziché semplificare, questa riforma accentui le disuguaglianze e aumenti il carico burocratico sui cittadini. Inoltre, la decisione di aggiornare il Consiglio regionale solo ogni tre anni – e non più ogni anno – indebolisce il monitoraggio sull’attuazione della legge”.
“La nostra è stata una scelta di responsabilità e coerenza: un segnale politico chiaro per non legittimare una riforma incompleta e priva di reali garanzie. Continueremo a lavorare affinché la Regione si doti di strumenti concreti, risorse adeguate e un modello realmente centrato sulla persona”, conclude Galletti.
Monte Altissimo, presentata interrogazione in Regione. Galletti (M5S):“ Perché ancora nessuna elezione per l’ASBUC? I cittadini devono tornare protagonisti nella gestione dei beni collettivi”
“Ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiarire perché, nonostante siano passati anni dal riconoscimento formale dell’ASBUC della Montagna di Seravezza, non siano ancora state convocate le elezioni per il suo organo rappresentativo. Non possiamo permettere che cittadini aventi diritto, restino esclusi da un passaggio essenziale di democrazia, proprio mentre si decide il destino di centinaia di ettari di terre collettive.”
Così Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale della Toscana, che interviene sulla vicenda che riguarda l’ASBUC delle frazioni montane di Seravezza (Azzano, Basati, Giustagnana, Minazzana, Cerreta S. Antonio e Riomagno) e la controversa ipotesi di accordo tra il Comune e la società Henraux Spa.
“Con la mia interrogazione – prosegue Galletti – chiedo alla Regione quali ostacoli abbiano impedito finora l’elezione dell’ASBUC e quali azioni intenda intraprendere per rimuoverli e garantire finalmente ai cittadini questo diritto previsto per legge.”
Al centro del contenzioso, infatti, vi è la possibile cessione alla Henraux Spa di oltre 1,9 milioni di metri quadrati di terreni montani, tra cui una parte significativa del Monte Altissimo, già riconosciuti da sentenza come beni collettivi occupati senza titolo.
“Un tentativo di conciliazione così delicato – incalza Galletti – non può prescindere dalla legittima rappresentanza delle comunità locali. Strumenti anacronistici, come l’estrazione a sorte di volontari, non possono sostituire elezioni regolari e trasparenti, già previste dalla normativa vigente. Serve ripristinare la piena sovranità popolare nella gestione del patrimonio collettivo e permettere all’ASBUC di funzionare come previsto dalle norme,” conclude Galletti.