Ogni giorno vengono vendute migliaia di bottigliette d’acqua negli ospedali toscani, nelle Case della Salute e nel resto dei presidi sanitari. A comprarle pazienti, loro familiari e personale sanitario. Un business inopportuno visto dove si consuma e superabile tramite un percorso istituzionale con ASL e gestori del servizio idrico integrato. L’obiettivo: dotare di distributori d’acqua potabile gratuita tutti gli ospedali, le case della salute e i presidi sanitari pubblici toscani.

La Legge regionale 25/1998 vieterebbe già nelle mense l’uso di contenitori a perdere come le bottigliette di plastica. Quanto proponiamo è semplicemente l’estensione di questa impostazione – da verificare perché abbondantemente disattesa – anche agli spazi per i pazienti. Otterremmo sia un miglioramento del servizio al cittadino, sia una riduzione della quota di plastica raccolta negli spazi sanitari regionali. Plastica per giunta spesso non differenziata e così inviata a smaltimento.

La plastica rappresenta una delle principali fonti di inquinamento, soprattutto marino. Un anno fa il CNR Ligure identificò proprio nel tratto tra Capraia e Gorgona la più alta concentrazione di plastiche di tutto il mare italiano. Un risultato pessimo cui contribuisce anche il fatto che ogni anno in Toscana si gettano come rifiuti circa 82mila tonnellate di questi materiali. Ridurre questa quota è fondamentale, tanto quanto accertarsi che tutto il rimanente sia avviato ad opportuno riciclo.

ANDREA QUARTINI
GIACOMO GIANNARELLI

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