I circa 500 operatori forestali toscani sono passati in capo alla Regione come effetto della c.d. riforma Del Rio e della legge di riordino regionale. Quest’ultima attribuisce alle Unioni dei Comuni la “forestazione” ma il recente annuncio della Regione di voler togliere a questa il 50% del contributo versato per gli operatori, sembra presagire un taglio drastico dei servizi offerti: antincendio, recupero piste e cura dei sentieri anche in ottica di prevenzione di eventuali roghi. Presentata un’interrogazione urgente del Movimento 5 Stelle, in sostegno alla protesta degli operatori forestali domani a Firenze per manifestare le loro ragioni.

“Ad oggi il contributo regionale era pari a 24.500 euro ad operaio, dimezzarlo significa o ridurre le ore di lavoro o ridurre i posti di lavoro: inaccettabile per un servizio fondamentale alla salvaguardia del nostro territorio. Ricordiamo che la Toscana per il 50,1% è fatta da boschi e foreste, dimezzare i contributi a chi se ne cura soprattutto in ottica di prevenzione incendi, è una scelta ingiustificabile. Rossi ci dovrà spiegare come pensa di coniugare le stesse prestazioni degli operatori forestali con un taglio del 50% della spesa”.

“La riforma delle Province è stata fatta male e in fretta. A pagarne le conseguenze come sempre ci sono i cittadini e i lavoratori. In un riordino delle funzioni amministrative si deve puntare a valorizzare professionalità e competenze specifiche maturate negli anni dal personale, in questo caso quello delle Province, garantendo continuità di servizio, quando non si può ottenerne il miglioramento. Qui, come stiamo assistendo per le Camere di Commercio, si butta a mare il principale patrimonio della pubblica amministrazione – la competenza del personale – per ragioni di contabilità e opportunismo politico, senza guardare alla garanzia del servizio. Si taglino gli stipendi dei consiglieri regionali e della giunta, se servono fondi, ma la Toscana deve preservare il suo servizio forestale”.