Domani sarà con noi in Consiglio regionale Luana Mencarelli, candidata sindaca di Massa per il Movimento 5 Stelle. Sarà qui per sostenere un atto che ho protocollato oggi, firmato da tutto il gruppo consiliare, che è un contributo crediamo importante per l’obiettivo di rinascita di Massa che Luana e tutto il Movimento 5 Stelle Massa si sono dati.

UN PATRIMONIO IN ABBANDONO
Il 23 aprile scorso ho incontrato l’amministratore unico di Sviluppo Toscana spa, società al 100% di Regione Toscana, nella sede operativa in Via Dorsale, 13 a Massa. Ho scoperto così che, in forza di una delibera della Giunta Regionale, sta dismettendo immobili, anche di pregio, patrimonio della società e quindi della Regione per ridurre i costi fissi di gestione e garantire gli oneri legati al costo del personale.

Tra questi immobili in via di dismissione c’è anche la “Ex portineria Dalmine” proprio della sede operativa di Massa che oggi è in stato di abbandono. L’ho visitata proprio il 23 aprile e non vi dico la tristezza di vedere un immobile di pregio del genere, patrimonio regionale, vuoto e in stato di abbandono.

Un anno e mezzo fa circa, fortunatamente di sabato pomeriggio quindi a uffici chiusi, è venuta giù una parte del controsoffitto spezzando parte di una splendida scala in marmo presente e obbligando l’amministrazione a sgomberare l’edificio puntando su un annesso vicino. Pensate che questo immobile avrebbe potuto e dovuto ospitare un incubatore d’imprese che negli anni è stato di fatto abbandonato. Paradossale in un’area economicamente depressa come Massa Carrara con tassi di occupazione oltre dieci punti sotto la media regionale.

Questo immobile è a norma, secondo valutazione dei Vigili del Fuoco, ma richiede interventi di ripristino degli spazi e supporti compromessi dal crollo e di manutenzione ordinaria e straordinaria. E l’amministratore unico, su indirizzo della giunta regionale PD-Rossi, ha avuto mandato di venderlo insieme a tutta l’area dove è sito.

Davanti a questa notizia sinceramente ci siamo allarmati. Perché se Sviluppo Toscana deve vendere tutto a Massa significa forse che i suoi 57 dipendenti (33 a tempo indeterminato) sono sulla via verso Firenze?

SVILUPPO TOSCANA DEVE RESTARE A MASSA
Un rischio possibile visto che manca ad oggi un atto formale dove Regione Toscana certifica la possibilità di alienazione dello spazio ex Dalmine e la conseguente diversa locazione di Sviluppo Toscana spa solo ed esclusivamente nel perimetro del Comune di Massa.

E intanto su questo vogliamo mettere un punto. La nostra mozione al voto nel prossimo Consiglio regionale impegna la giunta regionale a mantenere a Massa la sede operativa di questa partecipata regionale: Sviluppo Toscana spa deve restare a Massa.

Mi auguro che ci venga dietro in questa battaglia il presidente della Commissione Affari Istituzionali, il consigliere regionale Giacomo Bugliani (PD). Mi meraviglio anche un po’ del fatto che ancora non si sia mosso sulla questione, lui che del Comune di Massa è pure consigliere comunale.

INCUBATORE E ACCELERATORE PER GREEN ECONOMY E ECONOMIA CIRCOLARE
Comunque parlando con l’amministratore unico di Sviluppo Toscana, e poi leggendo il Piano di Attività 2017 della società, ci siamo accorti che dal 2013 in poi questa impresa 100% della Regione ha ridotto all’osso la sua attività di incubatore e acceleratore d’impresa, elemento ancora parte dell’oggetto sociale, fino a ridurlo all’affitto di immobili in patrimonio a realtà imprenditoriali dei territori dove l’azienda ha sedi operative (Massa e Venturina).

Parliamo di una realtà nata per quello che ad oggi sta diventando altro, cioè l’impresa che per conto della Regione fa tutta la gestione dei Fondi Por FESR 2014-2020 e di altri fondi regionali in termini di verifica (es. delle rendicontazioni). Praticamente degli amministrativi.

Sviluppo Toscana spa, per noi, deve recuperare questo elemento importante del suo oggetto sociale: deve cioè aiutare lo SVILUPPO della Toscana attraverso attività di incubatore e acceleratore di imprese.

Ma non un incubatore generalista, che non funziona. Serve un incubatore e acceleratore dedicato a green economy e economia circolare, da creare insieme all’Università di Pisa e ai Comuni di Massa e Carrara. Un motore di sviluppo capace di stare al passo coi tempi e rilanciare un territorio in forte difficoltà imprenditoriale e occupazionale.

Per farlo bisogna crederci e poi passare alla pratica: creare un addendum all’attuale Accordo di Programma dove indicare anche questo tra i progetti finanziati dentro i 10 milioni pubblici messi a copertura.

Si potranno così riqualificare le aree dell’ex Dalmine, magari con un bel progetto di autonomia energetica in grado di fornire alle imprese incubate l’energia a costo zero, e assumere gli specialisti, di spessore, in grado di gestire questa grande prospettiva di rilancio.

Parliamo di un’esperienza che potrebbe recuperare l’interessante operazione dei bioincubatore di Fondazione Toscana Life Sciences (altra partecipata regionale) che sta funzionando per lo startup d’impresa nel campo delle scienze delle vita.

E parliamo di un’esperienza che potrebbe dare fiato e spessore all’idea del Polo dell’Economia Circolare che la Regione ha inserito nel suo DEFR 2018, senza specificare una destinazione. A nostro parere quel polo, favorito dall’incubatore e accelleratore decicato a green economy ed economia circolare, dovrebbe nascere dove già Rossano Ercolini aveva puntato: il triangolo Lucca, Massa Carrara, Livorno