A Prato si apre un ennesimo fronte caldo sul tema del lavoro: mentre il caso Texprint ancora non trova via d’uscita, in queste ore si accendono le proteste alla Top Line, dove gli operai denunciano sfruttamento e temono una imminente delocalizzazione. “Nel mese di aprile, dopo aver ascoltato gli operai della Texprint, è stato chiaro che il problema del lavoro a Prato non è una questione riconducibile a singole aziende, ma ad un intero sistema di concatenazioni tra terzisti e grandi marchi, che spesso mette in crisi la garanzia minima di rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. E questo, insieme alla sicurezza sul lavoro, deve diventare prioritario. Prato non è più ascrivibile a un caso locale, ma nazionale. E come tale deve essere affrontato a tutti i livelli istituzionali”. Commenta così il vice capogruppo 5 Stelle alla Camera, il Deputato Riccardo Ricciardi, che negli scorsi mesi si è recato personalmente al presidio dell’azienda Texprint per ascoltare le ragioni dei lavoratori in sciopero e fare un quadro della situazione con alcuni sindacati che ben conoscono il distretto tessile più importante d’Europa.

“Questa ennesima denuncia, sommata ai tanti casi di sfruttamento e agli incidenti sul lavoro che si verificano a cadenza continua distretto tessile di Prato, sottolinea una situazione che da tempo è fuori controllo e sulla quale bisogna intervenire con determinazione” aggiunge la consigliera regionale Irene Galletti. “Serve un salto di qualità nella lotta contro il lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori e le aziende clandestine, ma senza una reale volontà politica di stroncare questi fenomeni continueremo a indignarci per ogni caso che emergerà nelle cronache.
Ho presentato una specifica mozione a maggio in Consiglio regionale e lo chiedo di nuovo pubblicamente anche al ministro Andrea Orlando, che di recente è stato in Toscana per la tragica scomparsa di Luana D’Orazio: convochi un tavolo speciale al Ministero per individuare e mettere in pratica un modello adeguato di contrasto a un’illegalità che a Prato si muove su cifre impressionanti. Non bisogna temere di colpire gli imprenditori disonesti né esitare a tutelare il lavoratore, italiano o immigrato: i diritti non hanno passaporto.”

“Ancora una volta dalle parole dei lavoratori emerge un quadro inquietante: salari bassissimi e delocalizzazione impianti. Il M5S lotta da sempre per il salario minimo che metterà la parola fine allo sfruttamento dei lavoratori. Stiamo ancora attendendo risposte dal Sindaco Biffoni in merito alla vicenda Texprint, una delle tante storie opache del nostro territorio. Intanto, come sempre, restiamo vicini ai lavoratori che denunciano sfruttamento e illegalità” commentano infine i consiglieri comunali Carmine Maioriello e Silvia La Vita.