Siamo il soggetto politico che più di ogni altro ha concretizzato l’importanza della tutela del lavoro e dei lavoratori: basta pensare al Decreto Dignità e al Reddito di cittadinanza, due misure che hanno inciso profondamente nella vita di milioni di persone. Senza considerare l’insistenza per una legge sul salario minimo garantito, cruciale e non rinviabile.

Oggi, Primo maggio, ricorre la festa dei lavoratori, di tutti i lavoratori. E il nostro pensiero va alle migliaia di persone che ogni anno finiscono vittime di incidenti, troppo spesso mortali, proprio sul luogo di lavoro. La mente va alle loro vite e a quelle dei loro familiari, esistenze spezzate da fatti che non dovrebbero avvenire, colpite da drammi che non si dovrebbero verificare.

Oggi rivendichiamo il diritto a non morire sul lavoro. Il diritto a non essere ammazzati dalle conseguenze di un sistema che spesso non funziona, non controlla, non tutela.

Fare politica significa avvicinarsi al prossimo, darsi da fare per il prossimo. Significa cercare di risolvere i problemi, offrire una prospettiva, segnare una via. Il solco tracciato dai padri costituenti deve sempre essere presente nei nostri pensieri, nelle nostre azioni, nelle nostre scelte.

Questa Repubblica di cui siamo orgogliosi di essere parte basa la propria storia e il proprio futuro sulla parola lavoro. Troppe volte la (mala)politica ha voltato le spalle ai lavoratori, illudendoli davanti a un futuro fatto di cartapesta. Oggi ripensiamo anche a tutte le promesse non mantenute, alle rassicurazioni mancate: avere buona memoria sarà molto importante per fare, domani, scelte adeguate.

Buon Primo maggio a tutti.