È arrivata in commissione la modifica alla legge regionale 35 del 2015 e il piano cave che normano l’estrazione del marmo. “È stato – spiega Giacomo Giannarelli – un percorso lungo che ha visto il coinvolgimento delle parti sociali, delle imprese, delle associazioni ambientaliste e delle amministrazioni comunali. Come Movimento 5 stelle valutiamo positivamente l’introduzione di norme in un contesto difficile che negli anni ha creato problemi ambientali, senza ricadute socio economiche positive per il territorio”.

Il Movimento 5 stelle a firma Giacomo Giannarelli ha presentato in merito diversi atti e ha espresso un voto contrario al piano. “Il voto contrario è giustificato dagli obiettivi poco ambiziosi che sembrano fotografare l’esistente senza migliorare la situazione attuale” dice Giannarelli. La linea del Movimento 5 stelle sul tema è chiara e ribadita dallo stesso consigliere, presidente del gruppo pentastellato e carrarino Doc: “Non vogliamo – evidenzia – la chiusura dell’attività estrattiva: non lo abbiamo mai detto né scritto in alcun tipo di programma, la nostra linea è quella del programma comunale di Carrara del 2012 e del 2017, e il programma regionale del 2015 con il quale mi sono presentato come candidato governatore per il M5S in Toscana. Vogliamo governare il fenomeno, sostenendo una transizione delle attività che, per loro natura, sono particolarmente impattanti nel territorio e guidarle verso sistemi virtuosi, meno impattanti e fare in modo che l’attività estrattiva si svolga in un equilibrio sociale, ambientale ed economico. Al primo posto mettiamo la tutela dei lavoratori, delle risorse idriche, dell’ambiente”.

Per Giannarelli occorre, tra le altre cose, Favorire la filiera corta, sostenere i progetti innovativi di economia circolare, sostenere la filiera del materiale da taglio e ornamentale e aumentare i contributi e i canoni che chi estrae deve elargire ai singoli Comuni.

L’esponente del M5S ha presentato diversi emendamenti. “Ho avanzato e fatto approvare una richiesta per dettare tempistiche precise per il parere che il nucleo di valutazione deve dare su convenzioni sottoscritte dai Comuni: entro 120 giorni. Il secondo emendamento voluto da Giannarelli era invece dedicato all’aumento del contributo di escavazione e del canone concessorio, “Percentuali che ritengo troppo basse: oggi è fermo a una soglia massima del 15 per cento del valore medio di mercato, noi abbiamo chiesto di alzarlo al 30. Giannarelli ha anche presentato emendamenti e risoluzioni sul piano cave: “Bene l’introduzione di norme e corretto il punto di equilibrio tra attività d’impresa, lavoro e ambiente, ma vogliamo obiettivi più ambiziosi sia da parte della filiera di lavorazione in loco, sia per il rapporto delle rese: più blocchi e meno scarti, incrementi annui dell’1 per cento delle soglie minime delle rese; quello di oggi deve essere solo il punto di partenza”. L’azione del Movimento proseguirà in aula con gli atti che approderanno nella seduta del 30 e 31 luglio”.