“Nella delibera di Giunta nr.202 del 28 febbraio 2022 la Regione Toscana, nel riorganizzare lo svolgimento del servizio per le guardie giurate venatorie volontarie (GGVV) e per le guardie giurate ittiche volontarie (GGIV), ha previsto una serie di limitazioni che costituiscono un ostacolo alla possibilità, per i volontari e le associazioni, di offrire il proprio servizio – che viene reso a titolo gratuito – sminuendo quindi l’efficacia del loro compito.” Ad affermarlo è Irene Galletti, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, che annuncia una mozione che impegna la Giunta “A riesaminare la delibera ridiscutendone il contenuto con la partecipazione di rappresentanti dei soggetti interessati, al fine di concordare un documento che, valorizzando e massimizzando la professionalità delle guardie volontarie in collaborazione con le autorità competenti, permetta di prevenire, contrastare e sanzionare efficacemente le pratiche venatorie ed ittiche illegali, tutelando l’ecosistema.”

Spiega Galletti “Abbiamo appreso da un comunicato congiunto di WWF, ENPA, LAC, LAV, Legambiente e LIPU di una serie di modifiche al regolamento che indebolirebbero pesantemente l’attività dei volontari, vanificandone di fatto l’operato. Un intervento così sistematico sembra a tutti gli effetti un bastone tra le ruote a quelle persone che, con impegno e dedicando il loro tempo libero, contribuiscono a sopperire alla mancanza cronica di controlli da parte delle forze provinciali, numericamente sempre più ridotte già da anni. Giova ricordare un nostro intervento nel 2019, quando la Regione “dimenticò” di rinnovare la convenzione con le polizie provinciali, che hanno invece il compito di coordinare l’attività di vigilanza dei volontari delle associazioni”.

“Impedire ad esempio alle guardie volontarie di utilizzare dispositivi di registrazione audio/video di persone se non per il rilievo di stato di fatto e luoghi significa impedire di fornire alle autorità elementi di indagine e di prova, così come obbligarli a poter svolgere l’incarico solo in una provincia: di fatto si limita la loro attività, e in violazione di normative nazionali per giunta. Insomma, tutto appare finalizzato a rendere impraticabile l’attività di sorveglianza, a discapito di un servizio che l’Unione Europea ci ha più volte attenzionato per la repressione dei reati contro la fauna selvatica e non solo. Per questo stiamo interessando anche i nostri europarlamentari a riguardo”.