La Fondazione del Maggio musicale fiorentino è stata foraggiata con centinaia di milioni di euro, tra contributi e beni immobili, nell’arco di dieci anni grazie a una politica che ha pensato a tutto tranne che all’interesse dell’arte e dei dipendenti del Maggio, compresi quegli artisti che decretano la qualità dell’offerta di spettacoli. Nel 2014, sotto il Governo Pd, lo Stato italiano donò perfino il Teatro dell’Opera, per un valore di circa 280 milioni di euro (la stima iniziale era di 80 milioni). Con tutto questo sostegno e una gestione attenta si sarebbe già dovuto ripianare il debito e ripatrimonializzare l’ente, e invece da questa variazione di bilancio regionale esce ancora un milione per quest’ultima.

Nella relazione semestrale 2018 sulle fondazioni lirico sinfoniche in dissesto, il Commissario straordinario del governo ha espresso enorme preoccupazione per la Fondazione del Maggio Musicale fiorentino per il grave indebitamento in cui versa da troppi anni per 63,3 milioni, tanto da risultare la Fondazione lirico sinfonica più indebitata d’Italia. Vogliamo capire con esattezza dove sono andati a finire tutti i soldi pubblici provenienti dalla Regione, visto che arrivano dalle nostre tasche e che progetti e prospettive ci sono per questa Fondazione.

Far sopravvivere la Fondazione, tecnicamente ormai fallita, ha portato sicuramente vantaggi al Pd dei sindaci Renzi e Nardella che ha così evitato ricadute negative nell’opinione pubblica. Adesso, con il concreto aggravarsi del tonfo occupazionale e d’immagine siamo arrivati al termine di un pessimo spettacolo che si è trascinato fin troppo a lungo. Per questo motivo chiederemo in Consiglio regionale quali siano stati i controlli sui fondi pubblici destinati al Maggio e quale sia il futuro di questa fondazione: i toscani hanno il diritto di sapere dove sono finiti i loro denari.