Ci voleva il Movimento 5 Stelle per avviare una sensata razionalizzazione delle partecipate regionali.

Il 27 aprile scorso chiedemmo alla Giunta regionale una valutazione sull’idea di far confluire le funzioni di Fidi Toscana spa in Sviluppo Toscana spa: solo nel 2015 questo doppione toscano ci era costato 6,6 milioni di perdite nel bilancio regionale e mentre il duo PD-Rossi si beava di un utile tecnico di 210mila euro registrato da Fidi Toscana sul 2016 – pari allo 0,8% di quanto ci è costata negli ultimi 4 anni (12 milioni di euro) – noi ci siamo concentrati sulle possibilità di unire l’agenzia regionale nata dallo scorporo di Sviluppo Italia con la componente pubblica della finanziaria “dolente” toscana.

La risposta dell’assessore regionale Ciuoffo ci ha rallegrato, un disco verde esecutivo a questa proposta che abbiamo quindi subito tradotto in un atto di indirizzo che sarà votato nel Consiglio regionale di domani.

Condividiamo le premesse dell’assessore sulla necessità che l’analisi di fattibilità di questa proposta debba considerare il valore aggiunto di un aumento dell’efficienza della macchina regionale nell’erogazione di finanziamenti e considerare l’impatto occupazionale interno ed esterno derivante.

E non dovrebbe spaventare l’Istituzione il fatto che oggi quasi il 54% del capitale di Fidi Toscana è detenuto da banche private. Lo stesso Presidente Petretto ha segnalato con cura che la società non regge alle condizioni attuali, senza un nuovo piano strategico che nessuno dei soci pare aver intenzione di chiedere.

Saranno per prime le banche private a giovarsi del fatto che questa lunga storia, segnata da un capitolo finale di insuccessi contabili che pesano anche sui loro bilanci oltre che su quello regionale, trovi la fine.

GABRIELE BIANCHI

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