Grazie Presidente. Come consigliere della X° legislatura, prendo per l’ultima volta la parola in quest’aula, un luogo che ho sempre onorato con puntualità e dedizione.
Lascio questo scranno perché ritengo che la nostra rivoluzione culturale, la rivoluzione culturale del Movimento 5 Stelle, debba essere una rivoluzione di fatti e non di parole.

Ho commesso un errore, un piccolo errore che mi costerà 388 euro per essere sanato, ma chi siede qui non dovrebbe compierlo.

L’ho commesso per sufficienza, ma non è un’attenuante. L’ho commesso e basta.

L’etica pubblica che come Movimento 5 Stelle portiamo avanti non funziona come un tribunale dove qualcuno può aggrapparsi ai cavilli e alle prescrizioni per uscirne indenne.
L’etica pubblica che esigiamo dai rappresentanti istituzionali, e primi fra questi da noi stessi, ci impone una risposta sola: il passo indietro. Per questo io mi sono dimesso e vi chiedo di accettare queste dimissioni.

In questi giorni credo di aver spiegato tutti i termini del mio errore e della mia scelta.
Ho omesso di dichiarare due mie società nell’anagrafe pubblica. Per essere precisi non si tratta di due società ma di due componenti di un’unica società: sono la composizione amministrativa di una piccola azienda: una di capitali (Holding) che possiede l’altra.
L’ultimo capitale censito della Holding è 10.195 euro, questo il minimo giro di affari di cui si discorre tanto sui giornali: 10.195 euro.

Sono un imprenditore che oltre ad investire nel suo paese, nella sua città, ha investito anche in un altro paese europeo: Malta.
Da queste società non ho ricevuto dividendi, quindi nessuna tassa doveva essere versata in Italia, e dunque non ho evaso il fisco.
Il mio errore verso il consiglio e i cittadini si chiama violazione obblighi di monitoraggio (I.V.A.F.E.)., e basta, altre violazioni non ve ne sono.
Dalla mancata comunicazione alla Regione Toscana non ne è derivato alcun vantaggio lecito o illecito per l’omessa dichiarazione che viene ristabilita con una dichiarazione di aggiornamento. Ripeto : l’omissione si sana con 388 euro per l’unica mia infrazione: la violazione degli obblighi di monitoraggio (I.V.A.F.E.).

Ho già spiegato perché ho scelto Malta per questa linea di business: avevo l’idea di avviare una linea commerciale con la Libia perché sono nato a Tripoli, la mia famiglia è cresciuta in Libia e senza quanto accaduto in Libia questo business avrebbe potuto avere un buon esito. Da qui l’idea di ritornare con un progetto imprenditoriale poi rimasto fermo, per le note vicende politiche libiche.

Malta non è un paradiso fiscale, la moneta ufficiale è l’euro come in Italia. Dal 2010 non è più nella black list, l’unione europea ha tra i suoi principi fondamentali la libera prestazione di servizi e la libertà di stabilimento ed esercizio attività imprenditoriali di tutti i cittadini europei in tutti i paesi dell’unione, quindi mi sono limitato a tentare un percorso consentito, anzi, favorito dalla tanto acclamata unione europea.
Un percorso che ad oggi non mi ha dato riscontro positivo, come può succedere a chi rischia e fa impresa con i propri soldi e senza incentivi.
A volte va bene a volte va male.

Io in questi due anni di consiglio, ho cercato di dare il massimo sempre al servizio dei cittadini. L’ho fatto seguendo le linee di programma per le quali quei cittadini mi hanno mandato qui.
Ora lascio questo scranno a qualcuno che mi auguro sia coerente, senza abusarne, col mandato dei cittadini.
I cittadini hanno scelto il 31 maggio 2015 il Movimento 5 Stelle ed è giusto che qui sieda una persona del Movimento 5 Stelle e che creda nel Movimento 5 Stelle.
Ogni altra scelta sarebbe sbagliata, eticamente. La politica italiana ci ha abituato a grandi disastri etici, ma io coltivo sempre la speranza del cambiamento.
Per questo mi auguro che questo posto non resti vuoto, che il Movimento 5 Stelle continui ad avere un quinto consigliere o una quinta consigliera seduta qui a combattere per la legalità, la partecipazione, la riduzione dei costi della politica, il reddito di cittadinanza, l’economia circolare, la scelta di figure immacolate nei ruoli apicali ed ogni altra battaglia che io ho portato qui dentro.

Non sono un politico come voi, non so parlare bene, ho difficoltà ad esprimermi al meglio quando parlo senza un testo preparato e per questo sto leggendo queste parole.
Ma col mio gesto spero di avervi lasciato la mia testimonianza sulla rivoluzione che anche la Toscana deve fare: al minimo dubbio, nessun dubbio.
Chi ha sbagliato, e io l’ho fatto, non deve stare qui dentro, senza se e senza ma. I cittadini meritano il meglio e io ho cercato di darglielo, ma non è stato abbastanza. Per questo ho scelto di tornare al mio ruolo politico principale, un cittadino attivo all’interno del Movimento 5 Stelle.

ENRICO CANTONE