Cisanello, permane il caos parcheggi: i cittadini attendono ancora una soluzione adeguata. “A novembre scorso – ricorda il consigliere regionale del M5S Irene Galletti –  dopo un mio sopralluogo a seguito di numerose segnalazioni da parte di utenti, dipendenti e residenti della zona, presentai un’interrogazione per far luce su tempi, luoghi e numero dei parcheggi dell’ospedale. A regime, così mi fu spiegato dall’allora direttore generale Carlo Tomassini, gli stalli gratuiti sarebbero divenuti 2mila 500, di cui meno di 600 per gli operatori. Un’ipotesi del tutto insufficiente, a maggior ragione se tenuto presente degli accessi che nelle ore di punta toccano le 11mila unità”. Oggi la situazione non è cambiata. “Le novità degli ultimi sei mesi – spiega Galletti – sono solo due: una parte del parcheggio esterno al pronto soccorso è stata destinata a uso gratuito, ma per raggiungere il (lontano) presidio le persone devono attraversare una strada ad alto scorrimento e senza strisce pedonali. Nell’ala Nord-Ovest, invece, l’intero parcheggio C, nonostante le promesse d’imminente riapertura gratuita agli operatori sanitari, è rimasto a pagamento. Intanto – prosegue l’esponente pentastellata – anziché riaprire un cancello pedonale già esistente c’è chi ha scelto di dar vita a un nuovo appalto e creare, previo abbattimento di pini monumentali, un nuovo ingresso carrabile. Peccato che anche questi lavori si siano già arenati”. Male anche la viabilità interna: “L’ingresso pedonale unico all’edificio 10 – sottolinea – è stato messo davanti a un cantiere: carreggiata ristretta e corsia pedonale sparita. E lì di fronte passano anche navette, ambulanze e altri mezzi”. Cisanello si presenta dunque come una cattedrale di vetro. “I malati – insiste Galletti – si trovano davanti a cartelli posticci o indicazioni poco chiare. E le distanze da coprire per persone che hanno difficoltà a deambulare sfiorano il chilometro. Intanto i lavori per l’ultimo lotto sono appesi alla sentenza del Consiglio di Stato che si esprimerà l’11 luglio. L’eccellenza degli operatori, riconosciuta in tutta Italia, non va di pari passo con la qualità organizzativa. E sarà difficile – conclude – che l’ormai debole assessorato regionale possa offrire indicazioni risolutive nel poco tempo che ci separa dall’appuntamento elettorale del 2020”.