“La risposta della Giunta è stata evasiva e inadeguata. Il caso Carrai è evidentemente troppo scomodo per essere affrontato con il coraggio politico che richiederebbe.” Così Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, interviene sul doppio incarico di Marco Carrai come Console onorario di Israele e Presidente della Fondazione Meyer.

Al centro della questione, una profonda incompatibilità etica e istituzionale: “La presidenza della Fondazione Meyer – sottolinea Galletti – non può essere ricoperta da chi rappresenta ufficialmente un governo, quello israeliano, attualmente sotto inchiesta presso la Corte Penale Internazionale per presunti crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio. È un evidente cortocircuito con lo statuto e il codice etico del Meyer, che richiamano in modo inequivocabile la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, prevedendo esplicitamente il divieto di qualsiasi legame con soggetti coinvolti in attività antisociali o criminali.”

“La Giunta regionale – prosegue – si è limitata a scaricare ogni responsabilità sulla direzione generale della Asl, ammettendo la propria irrilevanza e omettendo che il il direttore generale è nominato dal presidente stesso della Giunta. Ma in democrazia non è possibile voltarsi dall’altro lato quando sono in gioco valori fondanti come la pace e la tutela dell’infanzia: restare in silenzio equivale a essere complici.”

Il 7 giugno, a Roma, una manifestazione partecipata da M5S, sindacati, partiti e realtà sociali ha dato voce a testimonianze drammatiche: “Abbiamo ascoltato storie toccanti di palestinesi che, tornando nei loro quartieri a Gaza, non riconoscevano nemmeno le strade in cui erano cresciuti, rase al suolo dai bombardamenti. Davanti a tutto questo – afferma Galletti – è impossibile restare neutrali.”

“C’è un timore reverenziale che incombe nella politica toscana – conclude – di fronte a poteri forti e di natura economica che sembrano esercitare un’influenza crescente sull’operato delle istituzioni e dei partiti politici: niente di nuovo, gli stessi lo hanno dimostrato anche questi giorni. Ma proprio per questo serve una politica che ritrovi coraggio, autonomia e senso del dovere verso i cittadini. Il silenzio non è neutralità: è rinuncia, e il M5S non intende arretrare”.