Abbiamo portato in Consiglio regionale il caso delle uova contaminate col fipronil. Tramite il sistema d’allerta europeo RASFF le istituzioni hanno saputo del problema fipronil a fine luglio ed è datata 31 luglio l’informativa del Ministero della Salute verso le Regioni per attivare verifiche su uova e ovo-prodotti potenzialmente contaminati. Perché i sequestri in Toscana sono partiti un mese dopo?

La giunta PD-Rossi deve chiarire il ritardo e il motivo per il quale non esiste alcun atto di giunta sul caso fipronil nonostante ci risulti si sia riunita in tre occasioni da quell’allerta: 31 luglio, 7 e 29 agosto. Saccardi e Rossi hanno un monitoraggio in tempo reale del quasi milione di uova e ovo-prodotti che arriva in Toscana dall’estero o si sono fatti guidare dal loro notoriamente fortunato sesto senso nel periodo estivo?

La questione del ritardo ci sembra ancor più paradossale considerato che il sistema di allerta europeo è telematico, così come quello regionale (Sistema della Regione Toscana di allerta rapida alimenti e mangini – SARAM) e a poco ci conforta leggere la nota stampa di Saccardi dove segnala che le uova contaminate trovate in Toscana il 24 agosto avevano bassa tossicità e quindi, anche nel caso di ingerimento, non c’erano rischi per la popolazione.

Il sistema di prevenzione non ha ben gestito la situazione: ogni giorno emergono nuovi accertamenti di prodotti contaminati che potevano essere intercettati prima di avere il dubbio che qualcuno se li sia mangiati, esponendosi a possibili dolori addominali, nausee, vomito e – nei casi di maggior intossicazione – danni renali.

Il sistema di controllo e prevenzione deve trovare un momento di revisione alla luce del caso fipronil. L’Italia nel 2016 ha importato 38,1 milioni di chili di uova fresche da paesi esteri e 11 milioni di ovo-prodotti. Come possiamo aumentare la garanzia per i toscani che quelle arrivate nella regione non siano contaminate oggi da un insetticida e domani da qualche altra sostanza chimica? Il Movimento 5 Stelle ha le sue ricette a riguardo e intanto sul piano regionale continua a spingere per quella più netta: promuovere filiera corta e autoproduzione. Perché importare uova estere quando abbiamo le migliori in Toscana?

IRENE GALLETTI