In un’area del cantiere del raddoppio ferroviario Pistoia – Lucca, nel Comune di Pieve a Nievole, c’è una contaminazione storica. Secondo la società CEMES spa, titolare dell’appalto, si tratterebbe di materiali di demolizione di varia natura presenti nel sottosuolo di ‘tre aree in prossimità delle ex Officine Minetti’. Lo scrive la giunta regionale nella risposta ad una nostra interrogazione protocollata due mesi fa, su input dei cittadini.

Nessuna conferma sul prelievo ASL di campioni dal “fosso Nievolina” né, scrivono le assessore Fratoni e Saccardi, della bomba di 40 cm della seconda guerra mondiale che sarebbe stata fatta esplodere l’11 aprile scorso.

Eppure, su quest’ultimo punto ci incuriosisce che l’allegato alla risposta (la nota firmata dal Direttore del Dipartimento Prevenzione dell’ASL Toscana Centro) sembrerebbe contraddire le due esponenti della giunta PD-Rossi, quando segnala che “La CEMES […] ha sospeso “attività di bonifica bellica” nell’area interessata”. Ma come? Una pagina sopra Fratoni certifica che il suo Assessorato non ha rilevato elementi per confermare la veridicità” della notizia e poi nell’allegato la ASL ci dice che l’azienda ha sospeso la bonifica bellica?

Attendiamo in sede di Conferenza dei Servizi i risultati sugli inquinanti rinvenuti a Pieve a Nievole e speriamo che quella di CEMES spa non sia stata una valutazione approssimativa od ottimista.

Rileviamo comunque che PD e Rossi insistono con un atteggiamento ambiguo sul raddoppio Pistoia Lucca. Leggendo l’ultimo documento di programmazione il tratto di Montecatini resta infatti a binario unico. Ecco perché il 12 aprile ci bocciarono la richiesta di almeno due progetti alternativi e l’attivazione del Tavolo tecnico promesso.

La Regione a guida PD – Rossi continua a dimostrare di avere difficoltà di concertazione con RFI a tutela dei cittadini.

GIACOMO GIANNARELLI