Di seguito riportiamo un estratto dell’intervento conclusivo di Giacomo Giannarelli, presidente della commissione regionale d’inchiesta sui rifiuti ed esponente del Movimento 5 stelle.

Ritardi nel piano regionale.
Nel 2020 scadrà il piano regionale rifiuti. Occorrono tra i 18 e i 24 mesi per elaborare un nuovo modello, pena l’inadempienza dinanzi all’Europa. Esprimiamo forte preoccupazione per il ritardo accumulato.
Tra l’altro, un nuovo piano può nascere solo su di una premessa di assoluta chiarezza del modello di governance futura: un unico o più Ato? Quale dimensione per gli ambiti di spazzamento, raccolta e smaltimento? Tutte questioni sino a oggi per nulla chiare con la Regione che ha suddiviso il territorio in tre aree conservando atti di pianificazione che parlano di un unico ambito. Occorre dunque un netto cambio di passo. Il Movimento 5 stelle chiede da anni la nascita di un unico ambito regionale di smaltimento e tanti piccoli ambiti di raccolta e spazzamento.


Approccio virtuoso.
La commissione converge anche su di un altro importante punto che da sempre è alla base della politica del M5S in ambito gestione dei rifiuti: orientare le azioni del futuro piano verso una vera economia circolare, un approccio rispettoso delle normative europee e di una gerarchia di smaltimento dei rifiuti che prevede al primo posto il ridurre il quantitativo di scarti per poi passare all’implementazione della raccolta differenziata porta a porta e il sostegno al riuso e l’incremento, dunque, del riciclo effettivo dei materiali. 
Oggi in Toscana si fa un ricorso eccessivo dello smaltimento in discarica e il dimensionamento degli impianti non è coerente con gli indirizzi europei e il fabbisogno reale.

Obiettivi lontani.
A oggi gli obiettivi del vecchio piano regionale rifiuti sono ancora lontani dall’essere centrati.
La raccolta differenziata, che nel piano è prevista al 70 per cento entro il 2020, oggi si ferma quasi venti punti percentuali sotto. Mentre il conferimento in discarica, idealizzato al 10 per cento entro il 2020, attualmente è quattro volte superiore.
Questo significa che occorre investire maggiormente sulla differenziata porta a porta e sulla premialità dei comportamenti virtuosi tramite una tariffazione calibrata sulla reale produzione di spazzatura indifferenziata e non sui metri quadri delle abitazioni.

Punto nevralgico resta l’economia circolare.
La commissione chiede che la giunta si attivi per procedere alla definizione di una normativa ad hoc sul tema dei distretti per l’economia circolare. Una vecchia battaglia del Movimento 5 stelle che ho portato avanti negli anni con atti e proposte di legge. 
L’economia circolare può rappresentare la risposta alla crisi occupazionale della nostra regione. Già oggi questo settore rappresenta 88 miliardi di fatturato e 22 miliardi di valore aggiunto, pari all’1,5 per cento del Pil nazionale. Sono oltre 575mila gli addetti.