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DANNI A COLTURE E ALLEVAMENTI, CONTINUA LA NOSTRA BATTAGLIA PER LA TUTELA DEGLI AGRICOLTORI

Si è svolto oggi in Consiglio regionale il secondo Tavolo di lavoro del Movimento 5 Stelle sugli Ambiti territoriali di caccia (ATC) toscani. Erano presenti l’on. Chiara Gagnarli, il Consigliere regionale Gabriele Bianchi e vari rappresentanti di Associazioni di agricoltori e cacciatori. I temi al centro dell’incontro sono stati, in particolar modo, quelli legati alla prevenzione dei danni causati alle colture e agli allevamenti degli agricoltori, ai conseguenti rimborsi così come alla necessità di ottimizzare la normativa regionale in materia.

“Abbiamo raccolto importanti spunti di lavoro e consigli tecnici per risolvere e migliorare le diverse criticità che la legge regionale sulla caccia e sugli ATC ancora evidenzia. A seguito dei forti disagi nella gestione degli Ambiti territoriali di caccia, che hanno danneggiato gli agricoltori, vogliamo raccogliere da tutti i soggetti interessati del settore il maggior numero di proposte e di suggerimenti di modifica della legge ed eventualmente dei regolamenti attuativi regionali. Il nostro scopo sarà poi quello di formalizzare una proposta volta a migliorare anche il supporto regionale nella gestione delle risorse degli ATC, fornendo piani aggiornati in sintonia con il Ministero. I Piani regionali dovranno avere una gestione che rispetti i vincoli di bilancio e di tutela del patrimonio floro-faunistico. Oltre a ciò occorrerà migliorare il controllo regionale sulla spesa degli ATC, ottimizzare le azioni di prevenzione così come incentivare e velocizzare l’erogazione di risorse pubbliche per la prevenzione dei danni agli agricoltori.

FIRMA ANCHE TU PER IL PARCO INTERREGIONALE DI MONTEMARCELLO-MAGRA-VARA

Il Parco di Montemarcello è un luogo simbolo perché fa capire come i confini amministrativi non possano dividere comunità fra loro molto simili. Noi siamo Liguri Apuani e il rilancio del Parco può passare anche attraverso una visione comune tra diverse realtà amministrative. L’Ente Parco deve essere mantenuto anche perché la sua abolizione (paventata in queste settimane) non avrebbe alcun senso, e andrebbe contro le politiche di tutela delle biodiversità che il Parlamento europeo sta portando avanti. Non vogliamo certo creare un nuovo ‘poltronificio’, bensì rilanciare un territorio a vocazione turistica nella tutela dell’ambiente. La cosa è certamente fattibile: presenteremo mozioni nei rispettivi Consigli regionali ed a giorni inizieremo una seconda raccolta firme per supportare la petizione online al Parlamento europeo già presentata dai colleghi liguri. Vogliamo far arrivare la nostra petizione ai vertici europei per evidenziare il valore del Parco sul territorio e chiedere l’istituzione di un Parco interregionale Liguria-Toscana.

CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE!

(L’iniziativa è dei due Gruppi consiliari regionali del Movimento 5 Stelle in Toscana e in Liguria, su spunto di Alice Salvatore e di Federica Giorgi, candidata Sindaca del Movimento 5 Stelle a Sarzana. Il prossimo 6 luglio alle ore 16, infine, ci sarà una manifestazione dei pentastellati e degli altri sostenitori della petizione davanti alla sede del Parco, durante la quale verranno ufficialmente consegnate le firme raccolte a difesa di Montemarcello)

SANITA’ IN LUNIGIANA, SAREMO IN PRIMA LINEA PER DIFENDERE I PRESIDI OSPEDALIERI

All’incontro tenutosi ieri ad Aulla in difesa della sanità della lunigiana sono intervenuti anche Giacomo Giannarelli, Presidente del Gruppo pentastellato in regione, ed il Consigliere regionale del M5S Andrea Quartini.

“Eravamo presenti per testimoniare la nostra ferma azione per salvaguardare l’ospedale di Pontremoli e di Fivizzano. Continueremo questa battaglia nell’interesse dei bisogni delle persone e non nell’esclusivo interesse dei bilanci delle aziende sanitarie. Dobbiamo agire per difenderne i presìdi ospedalieri, che insieme a tutti i servizi al cittadino garantiscono la sopravvivenza di questi territori ed evitano lo spopolamento delle aree periferiche e montane. Ci batteremo per evitare la divisione dei cittadini in cittadini di serie A e cittadini di serie B” commenta Giannarelli.

Sosteniamo la comunità della lunigiana che si è unita in questa lotta aldilà delle posizioni ideologiche. A fine mese terminerà la raccolta firme promossa dal Comitato locale per la difesa degli ospedali. Le firme verranno poi depositate in Regione alla presenza dei sindaci, a testimonianza della dell’intera comunità della Lunigiana. Chiediamo intanto all’assessore Saccardi di rispondere immediatamente alle richieste dei cittadini, convocando una riunione con i sindaci della Lunigiana ed attivando, in tutte le sedi opportune, gli strumenti per dare una risposta concreta alle richieste avanzate. E’ finito il tempo delle promesse, è arrivato il tempo delle risposte concrete” conclude Quartini.

REGIONE TESTA TUTTI I DONATORI TOSCANI IN UN LABORATORIO CHE LEI STESSA DEFINISCE FATISCENTE

Dal 2011 esistono tre luoghi in Toscana sede dei Centri di Qualificazione Biologica (CQB), dove dovrebbero essere testati per la presenza di malattie infettive i donatori di sangue e i donatori di organi. Uno per ogni Area Vasta, e precisamente a Pisa (AOU Pisana), Firenze (AOU Careggi) e Siena (AOU Senese). In teoria i tre laboratori dovrebbero essere in grado di rimpiazzarsi a vicenda in caso di problemi in uno di essi, come impone la normativa vigente per le attività particolarmente critiche.

Il CQB di Pisa è collocato in un edificio a dir poco fatiscente dell’Ospedale Santa Chiara, e la situazione è da anni nota sia all’Azienda Ospedaliera Pisana, sia alla Regione Toscana. E non lo diciamo noi, lo dicono gli ispettori mandati dalla stessa Regione Toscana, nella loro ultima visita ispettiva per l’accreditamento istituzionale a dicembre scorso. Nel verbale stilavano, infatti, una sfilza di non conformità, definendo il laboratorio privo di caratteristiche ambientali e di accessibilità, senza protezione antisismica, senza prevenzione incendi, senza sicurezza elettrica, privo di magazzini sicuri, e con rischi di contaminazioni. Si raccomandava il trasferimento in una struttura adeguata, che ancora però rimane indefinito nei tempi, soprattutto ora che la realizzazione del Nuovo Santa Chiara a Cisanello è impantanata in inchieste giudiziarie.

A novembre scorso, preoccupati dalle notizie che ci giungevano, abbiamo interrogato l’Assessore Saccardi sull’accentramento a Pisa di tutti gli esami CQB su donatori di organi e tessuti toscani. Scopriamo così che in realtà i donatori di organi e tessuti dell’Area Vasta Sud-Est già venivano testati presso l’AOU Careggi perché in AOU Senese non era mai stata istituita una reperibilità dirigenziale notturna e festiva per validare tali esami. Il sistema è collassato quando a novembre scorso il CQB dell’AOU Careggi è stato chiuso (e lo rimane tutt’ora) per contaminazione ambientale da virus dell’epatite B (ovvero, i donatori testati hanno cominciato a risultare in modo errato HBV-positivi). Nonostante svariate bonifiche, ancora non riescono a capire come sia avvenuta la contaminazione e l’Assessore ci informa che, cosa a dir poco assurda, sugli stessi strumenti e con la stessa metodica e lo stesso personale, continuano ad essere testati i donatori di sangue di tutta l’Area Vasta Centro.

L’impasse si prolunga da mesi perché, a quanto ci risulta, la consulenza in materia richiesta agli esperti del Centro Nazionale Sangue sarebbe da pagare, e la Dott.ssa Calamai, prima di dimettersi da Direttore Generale di AOU Careggi, ha lasciato l’incombenza al suo successore.

Il risultato è evidente: tutto accentrato a Pisa, in un laboratorio fatiscente, con i corrieri privati convenzionati che attraversano mezza Toscana ad ogni ora del giorno e della notte con costi ovviamente lievitati, e con ovvi ritardi nella refertazione. I rischi sono imbarazzanti, perché se in questi mesi il CQB di Pisa si fosse bloccato, avremmo dovuto spedire i campioni fuori Toscana.

ALTRO TASSELLO NELLA LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la nostra proposta di legge che inserisce uno strumento di valutazione nell’Osservatorio regionale della legalità. Sarà così possibile monitorare il processo di attuazione, i risultati raggiunti e le eventuali criticità dell’Osservatorio istituito in Regione nel 2015. Previsto anche l’invio al Consiglio regionale, da parte del Comitato d’indirizzo dell’Osservatorio, di una relazione circa l’attività svolta in materia di raccolta delle informazioni sulla presenza di organizzazioni mafiose in Toscana e di condivisione dei risultati con gli altri soggetti pubblici e privati interessati al tema della legalità.

Si tratta di un altro tassello nella lotta alla criminalità organizzata in Toscana. Attività di contrasto che si rende ogni giorno più importante a causa della presenza consolidata in Toscana di organizzazioni di stampo mafioso che si inseriscono con decisione nel tessuto sociale ed economico regionale. Siamo pertanto contenti che la nostra iniziativa abbia trovato l’approvazione dell’Aula e vada così a rafforzare l’Osservatorio regionale sulla legalità.

L’approvazione di questa proposta di legge avviene in concomitanza con la nascita del nuovo Governo nazionale il quale ha già avuto modo di annunciare la necessità del massimo impegno e della più alta vigilanza in materia di lotta alla criminalità organizzata. A conferma di ciò non può che trovare estrema gioia e soddisfazione la notizia di un probabile incarico del neoministro alla Giustizia Alfonso Bonafede al pm antimafia di Palermo Antonino Di Matteo, il magistrato siciliano protagonista del processo alla trattativa Stato-Mafia.

LUNIGIANA ABBANDONATA A SE STESSA, MANCA UNA VISIONE STRATEGICA

Si tratta di una delle zone più povere della Toscana nonostante i vari big politici della zona (Bondi, Verdini, Barani) eletti negli anni passati in Parlamento. Le potenzialità sono tante ma i decisori politici non hanno mai aiutato questo territorio. Il viadotto di Gassano, nonostante i 27 milioni spesi, non risolve il problema dei mezzi pesanti che ancora oggi passano dal centro storico di Gragnola: occorre lavorare per recuperare una viabilità esterna al centro storico, al servizio delle imprese cartarie ed estrattive e capace di evitare disagi alla cittadinanza, che soffre l’impatto delle polveri dei mezzi pesanti. In merito all’attività estrattiva, che ha creato importanti posti di lavoro, chiediamo il massimo impegno per una maggiore attenzione ambientale delle Apuane di Equi, zona unica al mondo per la biodiversità e per i canyon glaciali più a sud d’Europa.

Chiederemo alla Regione un chiarimento sulla viabilità in merito ai mezzi pesanti che attualmente attraversano l’alveo del torrente Lucido. La struttura termale di Equi manca di una visione strategica, la zona è priva delle minime iniziative per l’accoglienza, quali la semplice cartellonistica che possa aiutare i turisti che si spingono fino a qui. Porteremo tutte queste problematiche e la questione termale in Consiglio regionale, anche per verificare se eventuali fondi regionali siano stati spesi correttamente e soprattutto per chiedere il necessario sostegno per la riqualificazione dell’offerta turistico-termale della Lunigiana.

ACQUA PUBBLICA E SUPERAMENTO DI GAIA

Domenica sarò a Massa, al Parco della Comasca, per un evento cui tengo molto “Acqua pubblica e superamento di Gaia”.

Insieme a me ci saranno: Federica Daga e Riccardo Ricciardi, entrambi in commissione ambiente alla Camera, Daniela Albano, consigliera comunale di Torino legata al percorso di ripubblicizzazione dell’acqua avviato dall’amministrazione M5S, Alfonso Baldi del Comitato Acqua alla Gola, Francesca Galloni, legale confconsumatori, Nicola Ceravolo, presidente del Consiglio di Sorveglianza di ASA spa e Luana Mencarelli, candidata sindaca di Massa per il Movimento 5 Stelle.

Mentre aspettiamo da tempo di poter discutere la nostra proposta di legge regionale di riforma del servizio idrico, intanto la Corte di Giustizia UE multa l’Italia per la gestione inadeguata delle acque di scarico urbane. Avevamo avvisato il PD da tempo, ottenendo anche l’approvazione di alcuni atti in Consiglio regionale, ma la Toscana continua ad essere indietro in materia di depurazione.

La soluzione, come riconosciuto da ARPAT, non è l’acido peracetico, ma puntare sugli opportuni investimenti per adeguare e ampliare gli impianti di depurazione anche nelle aree a rischio. Così come scritto nel mio emendamento approvato dall’aula nell’ultima legge regionale.

AL FIANCO DI LAVORATRICI E LAVORATORI TNT-FEDEX

Sono stato oggi alla sede della TNT Traco che è stata inglobata da FEDEX da poco tempo. Questa filiale è a rischio chiusura. Siamo qua come Movimento 5 Stelle a manifestare insieme ai lavoratori che si ritroveranno senza lavoro, da un giorno all’altro, avvertiti con un messaggino. 21 persone a rischio di perdere il lavoro che hanno fatto per tutta la vita.

La strategia è sempre la stessa: esternalizzare con l’obiettivo chiarissimo di precarizzare il lavoro, rendere i cittadini sudditi e ricattabili sotto minaccia continua a rischio licenziamento. Questo è uno dei risultati della politica del jobs act di Renzi, del PD, punita giustamente alle ultime elezioni.

I lavoratori non sono numeri, i lavoratori come i cittadini non devono essere considerati numeri. E’ inaccettabile parlare di esuberi in un’azienda che fa profitto, ha utili straordinari e pensa di poter avidamente guadagnare ancora di più attraverso il ricatto.

E’ inaccettabile e come Movimento 5 Stelle ce ne facciamo carico. Empoli è realtà da valorizzare, rispetto al fatto che il lavoro c’è nell’ambito TNT-FEDEX. Potrebbe espandersi e quindi non si capisce una politica così assurda.

Il primo sciopero di queste lavoratrici e di questi lavoratori c’è stato il 17 maggio. Per due giorni al Ministero dello Sviluppo Economico azienda e sindacati hanno trattato e sappiamo che FEDEX è stata redarguita di comportamento antisindacale. Ma noncurante, questa proprietà americana ha interrotto il tavolo e prosegue sulla sua linea di taglio di 24 filiali italiane tra cui Empoli.

Da stanotte queste donne e questi uomini sono di nuovo in sciopero. Durerà due giorni e noi saremo al loro fianco: dopo aver dato il massimo, magari per 20anni, oggi queste persone vengono lasciate senza una prospettiva e senza possibilità di ricollocarsi. Ci auguriamo che nelle prossime due settimane si riaprano i tavoli delle trattative e a maggior ragione se riusciremo a fare questo dannato governo.

Sicuramente come gruppo consiliare regionale faremo degli atti per impegnare la giunta ad intervenire su questa vertenza.

NELLO STATUTO DELLA TOSCANA LA LEGALITA’ COME PRINCIPIO DI CONVIVENZA SOCIALE

Da vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali ho imparato a riconoscere l’urgenza di far comprendere al Consiglio regionale quanto sia importante la difesa della legalità come principio di convivenza sociale.

Pensate lo Statuto Regionale indica tra le finalità della Regione di tutto e di più, ma non dice una riga sulla legalità.

Per questo ho presentato una proposta di legge per aggiornare questo Statuto. Dopo l’indicazione “La Regione persegue, tra le finalità prioritarie: il diritto al lavoro e ad adeguate forme di tutela della dignità dei lavoratori, il diritto alla sicurezza dei luoghi di lavoro, all’istruzione, alla formazione permanente, alla conoscenza” la nostra proposta aggiunge con una riga

“la legalità come principio di convivenza sociale”

Il motivo è chiaro: la legalità è valore e virtù a cui l’azione amministrativa regionale deve riferirsi.

L’applicazione del principio di legalità all’attività legislativa ed amministrativa regionale, così come la sua costante tutela, promozione e valorizzazione,sono sia strumenti di protezione del cittadino nei confronti della pubblica amministrazione – e di argine alla discrezionalità che questa potrebbe esercitare – sia mezzi necessari per realizzare un adeguato livello di giustizia.

Ho già avuto modo di ricordare, più volte, che recenti ed autorevoli analisi evidenziano come la Toscana sia oggi terra di criminalità organizzata ed in parte colonizzata dalla mafia. I reati indicatori di questo fenomeno allarmante sono aumentati dal 20 al 40% e questa trama criminale, operando con basso profilo e pochi fatti di sangue, mostra di aver messo radici nel tessuto economico e sociale della regione, contaminando con la propria cultura anche soggetti estranei alla malavita. Lo abbiamo visto e denunciato persino in concessioni pubbliche regionali.

Serve un cambio di direzione chiaro e netto. E noi, con questa legge, stiamo continuando a fare la nostra parte.

PENSANO SIA BRONCHITE, MUORE DI TUMORE E PER ASL NESSUN PROBLEMA

Avevo appreso dalla stampa di un recente caso di malasanità avvenuto all’Ospedale delle Apuane di Massa: per ben cinque volte il pronto soccorso una signora di 78 anni, Giuseppina, malata di tumore, avrebbe avuto come diagnosi “solamente” una bronchite e una sincope. L’esatta diagnosi è arrivata solo all’Ospedale Versilia e purtroppo quella malattia era talmente avanzata da portare di lì a breve questa povera signora alla morte.

Ho presentato un’interrogazione il 3 maggio raccogliendo la richiesta di verità della figlia della signora Giuseppina. Volevo sapere dalla giunta se erano stati avviati i necessari accertamenti al fine di chiarire se vi siano state – e di chi siano – eventuali responsabilità nel ritardo diagnostico e se questo abbia potuto contribuire all’esito particolarmente infausto della prognosi.

Inoltre avevo chiesto se la giunta regionale intendeva prendere provvedimenti al fine di migliorare il servizio di pronto soccorso dell’Ospedale delle Apuane di Massa.

Ci è arrivata la risposta e la ritengo offensiva prima di tutto nei confronti dei familiari di questa persona che hanno voluto raccontare quanto a loro successo. Ed è una risposta esclusivamente parziale rispetto a quello che è successo nel caso specifico, omissiva rispetto alle domande precise che avevo fatto e non valuta nel suo insieme quanto è avvenuto.

La nota della Direttrice Generale Maria Teresa De Lauretis, girataci dall’assessora Saccardi, omette di citare tre delle cinque visite raccontate dalla famiglia della signora Giuseppina e tutta la parte relativa all’Ospedale Versilia dove il suo tumore è stato diagnosticato.

E come spesso accade nella sanità toscana non si cita alcuna attribuzione di responsabilità per il ritardo diagnostico, anzi De Lauretis scrive

“non sono risultate criticità nel percorso che si è svolto al pronto soccorso, ma i sanitari sono consapevoli della necessità di rendere sempre più adeguato il collegamento ospedale-territorio per la gestione di casi complessi come quello in questione”.

La signora Giuseppina, stando all’articolo di giornale, doveva fare una TAC a Carrara l’11 gennaio, fissata alla luce dell’ultima visita al Pronto Soccorso il 7 gennaio su richiesta del medico di famiglia. Ma la signora è arrivata all’Ospedale Versilia il 10 gennaio e, con il senno di poi, appare del tutto evidente il grave ritardo diagnostico.

Spiace riconoscere che queste risposte diano quindi sempre come soluzione il protocollo ASL: i pazienti non sono al centro, perché al centro c’è il protocollo. L’attenzione specifica particolare e umana verso pazienti dovrebbe venire prima all’applicazione dei protocolli.

Il protocollo, dice di fatto la giunta, è stato rispettato. Ma Giuseppina è stata clinicamente trascurata dal sistema sanitario. Sarà il caso di cambiare approccio?