Nella giornata del 25 aprile festeggiamo la memoria della Liberazione del nostro paese dal nazifascismo e insieme, inevitabilmente, commemoriamo la scia dei lutti che questa liberazione ha portato con sé.

Da quel primo vagito della nuova Italia, di lì a breve repubblicana, al giorno d’oggi molto è cambiato. La società stessa ha vissuto profonde mutazioni.

Per questo recuperiamo dalla doverosa memoria del 25 aprile lo stimolo per riconoscere le minacce che vorrebbero, sotto nuove vesti, ricreare le condizioni di limitazione della libertà e della democrazia che 73 anni fa furono sconfitte dalla storia.

Allora le dittature avevano esclusiva connotazione politica. Oggi invece assumono la forma più subdola di organizzazioni e dinamiche economiche che hanno come principio unico il profitto e come metodo il piegare o convincere le masse popolari ad inseguirlo, spesso ignorando anche i più basilari diritti umani e l’etica solidale che è perno della convivenza pacifica di ogni civiltà prospera.

Servono sensibilità e sguardo attento per leggere la ruota della storia e comprendere la strada che sta prendendo, per non cadere in pericolose chine come in passato è accaduto. Per questo ci auguriamo che giornate come quella di domani siano sì di memoria ma anche, tramite questa, di monito. Affinché chi vive il nostro presente sappia assicurare a questa Repubblica e al nostro popolo quanto la Costituzione ha promesso: antidoto e terapia per ogni nuovo e vecchio fascismo.