E’ arrivata la risposta della Giunta regionale alla nostra interrogazione sulla possibilità che il maxi deposito nazionale dei rifiuti radioattivi sia ubicato in Toscana

I professionisti della politica alla guida della Regione Toscana ci comunicano di aver ‘espresso l’assoluta indisponibilità a ospitare sul territorio toscano il Deposito nazionale’. Una buona notizia? Sì se lo avessero fatto tramite atti formali: lettere ai Ministeri interessati dalla procedura di identificazione, almeno una mail al Presidente del Consiglio negli ultimi tre casi era pure PD.

Ma niente di tutto questo. La Regione lo ha detto ‘attraverso la stampa e altri mezzi di comunicazione’ quando sui giornali venne fuori un’ipotesi di ‘mappa delle aree idonee per il deposito che comprendeva alcune zone della Toscana’.

Sarebbe da ridere se non fosse tutto vero e molto serio l’Italia è sotto procedura di infrazione della Commissione Europea, perché da due anni tarda ad indicare dove saranno stoccati i rifiuti radioattivi nazionali: 75mila metri cubi a bassa intensità e 15 mila ad alta attività. La mappa con le aree idonee al maxi deposito, la CNAPI, è da settembre sul tavolo dei Ministeri, che continuano a tenerla segreta, preferendo far pagare a tutti gli italiani le sanzioni UE piuttosto che inimicarsi prima delle elezioni le comunità che vivono in quelle zone.

Ma al di là della procedura classica dove le Regioni appena vedono la mappa hanno 60 giorni per fare osservazioni, ci saremmo aspettati almeno una letterina al Governo con scritto “in Toscana niente deposito”. Ci sembra il minimo per chi ha seriamente a cuore l’idea di togliere alla Toscana anche questo problema.

“Ricordo che nella nostra Toscana è ancora attiva la ferita del CISAM di Pisa, dove la radioattività non è ancora un brutto ricordo – conclude il consigliere regionale M5S – speriamo che la Giunta inizi a mandare PEC al Governo senza aspettare che leggano la rassegna stampa o la popolazione continuerà ad essere esposta a questi rischi”.