Le Terme sono un patrimonio strategico della regione e dei comuni dove sono situate. Mentre il Partito Democratico continua a tentare di far accettare ai cittadini la svendita di questo patrimonio, senza alcuna visione strategica di rilancio, noi abbiamo presentato l’unica alternativa politica a questo scempio.

Per capire la nostra posizione è necessario partire da quanto scrive la stessa giunta PD-Rossi nel Piano di Razionalizzazione che coinvolge le tre società termali toscane: “gran parte (99%) dell’impatto finanziario (del piano ndr) – scrive la giunta – potrebbe tradursi in un apporto di beni in natura nel patrimonio regionale e quindi l’impatto finanziario reale potrebbe tradursi in un valore sensibilmente inferiore pari ad un valore prossimo a zero” cui l’esecutivo regionale a guida Rossi aggiunge “per le società termali si procederà a liquidare i beni sociali fino al pagamento integrale dei debiti. I beni che residuano devono essere assegnati in natura ai soci”. Traduciamo per i non addetti ai lavori: il duo PD-Rossi (LeU) vuole svendere le quote delle terme per pagare i debiti e ritrovarsi come unica liquidazione non denaro da reinvestire ma alcuni immobili termali.

Capite l’assurdo? Svendono le quote per fare cassa e poi sanno già che si troveranno in mano solo alcuni immobili, magari i meno appetibili perché scartati dai privati, con poi la necessità di rivenderli.

Uno scenario inaccettabile che sarebbe emblema del fallimento sociale, economico e finanziario del Piano di Razionalizzazione regionale.

Noi non possiamo permettere al PD e a Rossi di arrivare a tanto, per questo abbiamo proposto la creazione di un contenitore aziendale, a capitale interamente regionale, derivante dall’acquisizione delle partecipazioni regionali detenute in Terme di Montecatini spa, Terme di Casciana spa e Terme di Chianciano Immobiliare spa. Tale società, nei confronti della quale occorrerebbe eventualmente applicare le deroghe che la escludano dall’applicazione delle razionalizzazioni previste dal Decreto Madia, avrebbe il compito primario di tutelare e valorizzare i beni immobiliari di tali aziende del settore termale, in ottica strategica e con visione d’insieme, destinando a società private, la gestione dei servizi in questi erogati.

Questa società potrebbe anche non nascere dal nulla, ma prodursi dal cambio di denominazione e ragione sociale di Terme di Montecatini spa in Terme di Toscana spa, agendo poi per incorporazione del patrimonio regionale del patrimonio immobiliare in quota regionale delle altre aziende termali toscane: Chianciano e Casciana.

Questa operazione non è nuova, è stata già realizzata in Friuli Venezia Giulia, mantenendo in capo alla nuova società unica anche la gestione degli impianti che invece, a nostro avviso dovrebbe essere privatizzata nell’ottica di una visione strategica che mantiene alla parte pubblica solo quanto di rilevanza immobiliare.

In questo modo otterremmo tre risultati importanti: rispetteremmo i requisiti del c.d. Decreto Madia, tuteleremmo il patrimonio termale regionale e garantiremmo anche i debitori tramite un’efficace operazione di razionalizzazione. Le Terme toscane sono un patrimonio da valorizzare, il fatto che finora siano state solo sintomo di spreco di denaro pubblico è tutta responsabilità di chi le ha governate finora, cioè del Partito Democratico e di chi se n’è distanziato da poco. C’è una speranza ed è questa proposta. Sfidiamo il PD alla prova del voto.