Bruxelles 15 settembre 2015. Irene Galletti, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, commenta la presentazione del progetto “Piattaforma Europa” secondo quanto descritto da Autorità Portuale di Livorno ed Enrico Rossi nell’incontro odierno a Bruxelles.

“Oggi i presenti hanno potuto ascoltare tre numeri chiave su questo progetto: 1,4 miliardi di spesa complessiva, 200 milioni di compartecipazione regionale, 22 metri di fondale necessario. Questo scenario richiede, secondo la legge regionale vigente, il percorso partecipativo d’analisi chiamato “dibattito pubblico” e abbiamo provveduto ad avviare tramite i nostri uffici la richiesta relativa.

In parallelo ci aspettiamo che quanto raccontato oggi sia oggetto di un’analisi approfondita in Commissione Infrastrutture e nella Commissione per il rilancio economico della Costa Toscana. Se infatti siamo senz’altro ben disposti alle parti di questo maxi-progetto che riguardano lo sviluppo ferroviario e l’informatizzazione, vogliamo capire su quali evidenze scientifiche si poggiano le tre premesse che giustificherebbero questa darsena nella sua versione gigante: il raddoppio delle merci in transito nel nostro mare, la gestione a norma d’impatto ambientale del dragaggio e della cementificazione previste e infine la sostenibilità finanziaria del tutto.

Concentrandosi sull’ultima, oggi Rossi ha parlato di 200 milioni da parte della Regione per un insieme di opere che costerebbe 1,4 miliardi di euro. Il valzer delle cifre non aiuta: quanto costa effettivamente il tutto e quanto si ritiene possano fornire al progetto quegli investitori privati che la presentazione di oggi doveva attirare? Dall’elenco dei presenti abbiamo notato che due terzi erano amministratori pubblici italiani e tra i privati spiccavano piccoli attori dello scenario portuale livornese e la Bank of China. Si rinnova così in noi quel dubbio già presentato in campagna elettorale: non vorremmo che si facesse quest’opera faraonica col solo effetto di aumentare l’importazione del manifatturiero cinese, uccidendo così definitivamente la piccola e media impresa toscana”.