Nel 2016 la spesa farmaceutica regionale ha toccato quota 953 milioni di euro, superiore del 6,2% rispetto all’anno precedente. Siamo maglia nera italiana per la parte ospedaliera e oltre al problema di governo sanitario che questo dato rileva, da qualche settimana ci preoccupa anche la sua evoluzione in termini di bilancio.

Il 10 maggio scorso il Direttore di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha segnalato alla Commissione Affari Sociali della Camera che il Ministero dell’Economia sta trattando con le case farmaceutiche per una “chiusura tombale di tutti i ricorsi pregressi” legati al famoso payback. Il payback è un’entrata del bilancio regionale derivante dalle aziende farmaceutiche che ci hanno venduto più farmaci di quanti potevamo acquistare. Secondo la legge ogni regione ha un tetto di spesa, se lo sfori la metà di quanto hai pagato in più lo rendono le aziende farmaceutiche e il resto finisce in conto ai cittadini sul bilancio regionale. Un meccanismo interessante che ogni anno però si inceppa, generando continui contenziosi con le case farmaceutiche.

Il Direttore di AIFA ha spiegato alla Camera che a provocare questi intoppi è “l’incertezza dei dati sulla spesa farmaceutica” dovuta a “dispersione tra sistemi che non dialogano perfettamente tra di loro dal punto di vista informatico”, motivo per il quale la stessa Agenzia è stata autorizzata ad accedere alla tracciabilità e lettura di questi dati e dal 2018 si attendono alcune migliorie, tra le quali l’obbligo di inserire il codice AIC del singolo farmaco nelle fatture elettroniche per gli acquisti di prodotti farmaceutici. Tradotto per i cittadini il malgoverno sanitario non è riuscito a creare un sistema efficiente di tracciabilità dei flussi di farmaci che finiscono nella spesa sanitaria delle regioni e questo nonostante l’aver speso miliardi, ogni anno, in sistemi informatici.

Grazie a questo malgoverno le case farmaceutiche hanno potuto evitarsi di saldare tutto il payback, attivando numerosi contenziosi legali che il Ministro dell’Economia Padoan sta cercando di chiudere con un colpo di spugna collettivo per “ripartire da zero”, come dice il Direttore di AIFA. Visto che solo l’anno scorso questo scherzino del payback è costato alla Regione Toscana la mancata contabilizzazione di 5 mesi di introiti per una cifra tra i 65 e i 70 milioni e che i cittadini per questo hanno dovuto anche rinunciare a vederli spesi in servizi sanitari, vogliamo sapere dall’assessora alla Sanità cosa ci aspetta da questo colpo di spugna del governo “diversamente-Renzi” Gentiloni.

Speriamo a questo giro almeno si facciano due telefonate tra amici di partito, prima di dover scoprire dai giornali che dobbiamo tagliare altri 50 milioni da un bilancio lacrime e sangue per i cittadini ma sempre generoso per i rappresentanti di quel partito nelle istituzioni.

ANDREA QUARTINI