La pista pedo-ciclabile lungo il fiume Sieve non doveva essere autorizzata perché ricadente in aree di inedificabilità assoluta e non rientra nei casi di esclusione. Il caso portato in regione dal Movimento 5 Stelle con un’interrogazione disponibile al seguente link http://bit.ly/1o6yJvw.

“Siamo da sempre per la mobilità ciclistica e pedonale, ma il rispetto delle norme di sicurezza è premessa di ogni infrastruttura e nel caso della pedo-ciclabile tra Contea e San Piero a Sieve si è agito al di fuori delle regole”.

“La aree a pericolosità idraulica molto elevata non possono ospitare piste di questo tipo, ancor meno se mancano opere di messa in sicurezza con tempo di ritorno duecentennale come disposto dalla legge regionale 21/2012. In questo caso poi la pista non rispetta i 4 metri dal ciclio di sponda e gran parte dell’attuale tracciato è interessato dalla costruzione degli argini delle casse di laminazione previste, quindi la pista può essere distrutta causando un danno alla collettività oltre ad un aggravio di costi”.

“Ma l’elenco delle anomalie su quest’opera va oltre e include l’assenza di atti d’obbligo, previsti da normativa, che impegnino chi realizza la pista a sostenere le maggiori spese per realizzare e gestire le casse di espansione, a causa della presenza della pista stessa. Senza contare l’assenza di protezioni per evitare il rischio di caduta di persone nel fiume. Le piste pedo-ciclabili si devono fare, in contesto urbano ed extra urbano, ma è così difficile farle rispettando le leggi?”.