Dal 2003 una legge dello Stato prevede la realizzazione di programmi personalizzati di assistenza per le vittime di tratta, riduzione o mantenimento in schiavitù.

Nel 2005 la Regione Toscana ha raccolto questa novità sulle vittime di tratta disciplinando i servizi a queste dedicati e pubblicando un preciso Regolamento di attuazione. Di lì sono iniziate azioni e interventi fino al 2011, quando la Regione ha sviluppato un’azione sistemica col progetto “Con-Trat-To” (Contro la Tratta in Toscana) che promuove e sostiene azioni in favore delle persone vittime di reati di riduzione in schiavitù.

A finanziare il progetto, il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPO) tramite Avvisi che la Regione ha intercettato. Con quello del 2016 il DPO ha voluto sostenere progetti finalizzati ad assicurare alle vittime di tratta adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria e, successivamente, la prosecuzione di misure di assistenza e integrazione sociale. L’intero progetto, chiamato SATIS, è stato coordinato dalla Società della Salute Zona Pisana e finanziato dal DPO per 1,3 milioni di euro, con una piccola integrazione regionale di 120mila euro.

Dopo SATIS, è stata elaborata una nuova progettazione denominata “SATIS II”, sempre coordinata a livello regionale dalla Società della Salute Pisana, che ha vinto un nuovo finanziamento del DPO per 1,5 milioni di euro e di nuovo il medesimo piccolo contributo regionale.

Sono a favore di questi progetti, ma ritengo importante monitorarne lo stato di avanzamento e la corretta attuazione, soprattutto delle convenzioni stipulate fra Società della Salute Pisana, Regione Toscana e tutti gli altri soggetti attuatori sul territorio regionale. Abbiamo infatti saputo che, in alcuni territori, si sarebbero verificate problematiche relative al coordinamento fra la Società della Salute Pisana e le Reti territoriali e che nella segreteria tecnica della Società della Salute Pisana siedano figure di riferimento delle cooperative attuatrici degli interventi finanziati.

Per questo ho presentato un’interrogazione alla giunta regionale dove chiedo di sapere tra le altre cose se non ritenga eventualmente opportuno anche che la Regione Toscana torni a svolgere un ruolo istituzionale di coordinamento per i progetti sulle vittime di tratta, come accadeva in passato con il Progetto Con-Trat-To.