QUALCUNO NON VUOLE L’INCHIESTA REGIONALE SUI RIFIUTI

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Ieri l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha rinviato ad una seduta futura l’istituzione della Commissione d’inchiesta regionale sul sistema rifiuti toscano promossa dal nostro gruppo con un atto datato 19 dicembre 2017 e sottoscritto da altri 6 consiglieri regionali.

Come potete vedere dal link, il 26 marzo scorso ho personalmente sollecitato il Presidente del Consiglio Regionale, cioè la persona che dirige l’Ufficio di Presidenza (Eugenio Giani), per l’istituzione di questa commissione molto importante che a quasi quattro mesi dalla richiesta fatta ai sensi del regolamento (art. 61) era sempre in attesa di istituzione.

Secondo l’Ufficio di Presidenza dobbiamo aspettare ancora. Eppure il regolamento dice che questo organismo dovrebbe semplicemente “deliberare” l’istituzione, senza alcun potere di veto.

Leggete qui il passaggio

“Art. 61, comma 2 Le commissioni di inchiesta sono istituite anche senza voto consiliare, con deliberazione dell’ufficio di presidenza del Consiglio, quando ne faccia richiesta un numero di consiglieri di minoranza pari ad almeno un quinto dei componenti del Consiglio. Non possono essere attive allo stesso tempo più di due commissioni istituite senza voto consiliare”

In un primo momento l’Ufficio di Presidenza mi aveva segnalato che riteneva necessario “argomentare in modo più specifico l’oggetto della commissione” ma, dato che da nessuna parte sta scritto che questo organismo ha il potere di determinare modifiche dell’oggetto di una commissione chiesta ai sensi di legge, sono rimasto nella mia posizione.

Vengo quindi a sapere oggi che ieri l’Ufficio di Presidenza ha ritenuto di rinviare l’istituzione perché serve un chiarimento tra me e Giani sulla richiesta fatta e la mancata soddisfazione.

Cosa sta succedendo?

Questa commissione è un’urgenza, il suo lavoro sarà propedeutico al nuovo Piano regionale rifiuti.

Indagare sul ciclo dei rifiuti significa individuare le criticità per indirizzare la Regione verso quell’economia circolare che potrebbe creare circa 10mila nuovi posti di lavoro (220mila in tutta Italia).

Nell’oggetto della Commissione tutto questo è chiaro: ci siamo riproposti di analizzare il ciclo produttivo toscano e il flusso dei 9 mln di ton/anno di rifiuti speciali e i 2,6 ton/anno di rifiuti urbani, il tutto guardando nel dettaglio e con poi visione d’insieme: capacità impiantistiche, indagini penali passate e in corso, migliori tecnologie avviabili a freddo che andrebbero sostenute in un ottica di economia circolare.

Tra gli scopi quindi c’è l’idea di sviluppo che sosteniamo per la Toscana e l’eliminazione dei problemi di legalità della filiera emersi in numerose inchieste.

Chi non vuole far partire questa commissione d’inchiesta regionale ha qualcosa da nascondere. E noi lo scopriremo.