Bocciata la nostra proposta di legge del Movimento 5 Stelle sui referendum consultivi online.

Il nostro paese manca di una cultura della democrazia diretta. Volevamo mettere la prima pietra in Toscana, con una legge molto chiara e semplice, oltre che a costo zero. Purtroppo PD, Art.1 e Lega Nord hanno detto no. Sono dalla parte sbagliata della storia e sarà questa a spiegarglielo nelle prossime elezioni.

La piattaforma informatica esiste già, la rete è sempre più capillare nei territori, anche grazie al mobile, e tutti noi abbiamo già la tessera sanitaria (CNS) come sistema identificativo oltre all’opportunità di SPID, l’identità digitale promossa dal Governo che ha già superato il milione di cittadini utenti.

I limiti tecnici teorizzati dal PD e dalle altre forze politiche sono più una scusa che una giustificazione seria per fermare un miglioramento della democrazia diretta nella nostra regione. Quello che spaventa questa politica non è la competenza dei cittadini nello schiacciare o meno un bottone virtuale sullo smartphone o sul computer, ma la forza dirompente che quel potere di scelta fornisce ai cittadini. La democrazia diretta esige attitudine all’ascolto e visione di indirizzo: due caratteristiche assenti in questi politici.

Tra l’altro per quei cittadini meno inclini alla tecnologia avevamo previsto la possibilità del voto online direttamente nell’Ufficio Relazioni Pubbliche del Comune di appartenenza. Come oggi vanno a votare nei seggi elettorali, si sarebbero presentati in un seggio 2.0 dove davanti a loro avrebbero trovato un lettore di schede e un monitor con le opzioni referendarie da scegliere.

GABRIELE BIANCHI