Rispettiamo la sentenza del TAR, ma quando si usa la legge per fermare il coraggio di un’amministrazione nel difendere i cittadini dal rischio ludopatia evidentemente il problema è la legge. Serve un chiarimento normativo che indichi il perimetro entro il quale i Comuni possano muoversi in sede di regolamento. Non può essere un cavillo a fermare una giusta azione di prevenzione e contenimento del danno legato all’azzardo.
Il Consiglio Regionale si è già espresso sul contrasto alla ludopatia l’anno scorso, su nostra iniziativa condivisa con le altre forze politiche, e ha un Osservatorio dedicato molto attivo. La linea è chiara: Regione e Comuni devono poter evitare che le sale slot siano vicino a luoghi sensibili come le scuole. Gli studi medici non devono essere considerati luoghi sensibili, come contestato dai giudici del Tribunale Amministrativo? Discutiamone.
L’obiettivo dev’essere chiaro: evitare che chi è più a rischio entri a contatto con il fattore di rischio. Un recente studio del CNR ha riscontrato su un campione che il 42% degli over 65 giocava d’azzardo e secondo le rilevazioni di un’indagine Auser – Gruppo Abele il 16,5% si trova in gravi difficoltà proprio a causa del gioco. Visto che gli over 65 frequentano con assiduità gli studi medici, sono numero che li rendono luoghi sensibili. Scriviamolo nella legge.