Il M5S rispedisce al mittente la fantasiosa accusa lanciata dal parlamentare di Forza Italia Massimo Mallegni sulla presunta volontà, da parte del Comune di Carrara, di chiudere le cave.

“Fin dall’inizio del mandato parlamentare, io e la collega Sara Paglini ci siamo spese per tutelare i lavoratori delle cave – spiega la senatrice Laura Bottici –. Nel 2013 abbiamo organizzato “InCavaTour” con 20 parlamentari del Movimento, tra cui gli attuali vicepresidente del senato Paola Taverna e vicepresidente del parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo. Abbiamo presentato, durante tutta la legislatura, numerosi atti di sindacato ispettivo e disegni di legge volti alla risoluzione delle problematiche che affliggono le cave, tenendo sempre alta l’attenzione del parlamento verso questi temi. Inoltre – prosegue Bottici – grazie all’impegno della collega Paglini, la commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro ha effettuato un sopralluogo nelle cave di marmo di Carrara”. L’idea di Mallegni di portare alcuni senatori nei bacini marmiferi, arriva dunque “con anni di ritardo”.

Quanto al merito della norma transitoria, Giacomo Giannarelli, presidente del Movimento 5 Stelle in Regione, precisa: “La legge regionale in materia di cave, votata da tutte le forze politiche, risponde all’esigenza di salvaguardare lavoro, ambiente e sicurezza. Al tempo stesso la legge scongiura quello che poteva essere uno scenario drammatico per il nostro territorio. A seguito di controlli fatti nelle cave sono state rilevate difformità nell’attività di escavazione: problemi che avrebbero dato luogo alla decadenza delle autorizzazioni rilasciate e alla conseguente cessazione di attività. Ne sarebbero sorti preoccupanti effetti sui livelli occupazionali e sul territorio. L’alternativa sarebbe stata la chiusura totale delle cave. L’intervento normativo per sostenere le condizioni di sicurezza e salvaguardare i posti di lavoro – prosegue Giannarelli – prevede un periodo transitorio, fino e non oltre il 5 giugno 2019, dove è esclusa l’immediata applicazione della più grave misura sanzionatoria della decadenza disponendo però la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza e risistemazione ambientale dell’area. Il tutto tenendo conto degli impatti complessivi derivanti dalle lavorazioni difformi. Tale percorso, condiviso anche dai sindacati, ha tempi stringenti e sta funzionando, come dimostrato da Cava Lorano”. Giannarelli spiega di aver chiesto “alla giunta regionale di verificare gli strumenti a sostegno dei lavoratori che saranno obbligati a fermarsi per il periodo necessario alla messa in sicurezza dei siti interessati. Giù le mani da Carrara. Gli apuani hanno già scelto da che parte stare: quella dei lavoratori, dell’ambiente, della sicurezza e della legalità”.

E sulla questione interviene anche il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale: “Sorprende che Mallegni continui ad accusarci di voler chiudere le cave, dopo tutto il lavoro che la nostra amministrazione sta facendo per tutelare l’occupazione nei bacini marmiferi. Come abbiamo detto più volte, proprio per contenere le ricadute del 58 bis sui lavoratori, ci siamo immediatamente attivati potenziando l’ufficio marmo e sollecitando un rapido disbrigo delle pratiche necessarie alla ripresa delle attività. La Cooperativa di Lorano, che ha attivato istantaneamente l’iter, ha incassato l’ok al progetto in meno di un mese e sta già provvedendo alla messa in sicurezza. Questo significa che a giorni potrà riprendere l’escavazione. Se il senatore Mallegni vuole davvero aiutare le imprese – conclude il primo cittadino – la smetta di fare propaganda elettorale e solleciti le ditte che non lo hanno ancora fatto a presentare i progetti: solo così potranno tornare a lavorare”.