L’assessore regionale Stefano Ciuoffo ha risposto oggi all’unica interrogazione consiliare sul caso CREAF, promossa dal Movimento 5 Stelle.

Auspichiamo che i cittadini pratesi ascoltino integralmente la risposta fornita dalla giunta PD-Rossi alla nostra interrogazione sul caso CREAF perché è una rappresentazione straordinaria di quella mentalità distorta della gestione dei denari pubblici che i partiti hanno e il Movimento 5 Stelle contrasta con ogni mezzo.

Secondo Ciuoffo e il resto della giunta PD-Rossi il modo migliore per riprendersi i più di 10 milioni di crediti buttati dalla Regione sul pozzo senza fondo CREAF spendercene altri tre per continuare a sognare di realizzare un progetto finora mai partito da 14 anni, dove si sono spesi 22 milioni di soldi pubblici anche europei, e chiudere il cerchio riscattando l’unico bene rimasto – l’edificio di Via Galcianese – per una cifra che quindi è del 30% circa superiore alla base d’asta prevista per questo.

Ciuoffo ci chiedeva se riteniamo sia meglio svendere l’immobile per sottolineare la perdita di finanziamenti pubblici. Forse sfugge a questo assessore regionale, ex assessore all’urbanistica del Comune di Prato, che la Regione non svenderebbe alcun immobile, perché non ha quote in CREAF. La Regione a questo punto dovrebbe solo tutelarsi su tutti i soldi persi e la strada che sta scegliendo è, a nostro parere la peggiore. La legge esige che l’Istituzione chieda indietro le somme date per un progetto quando questo non si realizza e qui si sono inventati il modo per anni di non rispettarla e oggi eluderla con creatività.

Ma soprattutto ci lascia basiti l’approccio PD alla questione – conclude Bianchi – non una parola sull’eventuale rivalsa ai responsabili di questo disastro amministrativo, non una parola sul mancato controllo. Se fossimo stati noi al governo non si sarebbe mai potuto verificare qualcosa di simile: alla prima avvisaglia di un progetto non realizzabile avremmo immediatamente agito a tutela dei cittadini chiedendo l’immediata restituzione del finanziamento.

GABRIELE BIANCHI