C’è la mafia in Toscana. Lo diciamo con insistenza da quando siamo entrati in Consiglio regionale, ricevendo timide risposte o semplice noncuranza da giunta PD-Rossi e banchi dell’opposizione. Ora che hanno arrestato in piena area metropolitana fiorentina un capo clan e sequestrato dodici ditte per una filiera di riciclaggio che rimpinguava le casse della mafia arriverà la sveglia in Regione Toscana?

Secondo l’inchiesta della Procura di Palermo, coordinata dalla DDA e aiutata dal prezioso contributo di Squadra mobile fiorentina e Guardia di Finanza, non solo operava e viveva in Toscana il capo clan di Brancaccio ma aveva anche creato un business legato al pallet, inquinando di fatto il sistema imprenditoriale della piana fiorentina. Un quadro da allarme rosso sul quale il Consiglio regionale deve attivarsi subito e la giunta, come chiediamo con la nostra interrogazione urgente, deve esplicitare se intende o meno realizzare azioni e politiche di contrasto organico.

La mafia in Toscana c’è e dobbiamo sradicarla partendo da una seria presa d’atto dell’infiltrazione sul territorio. Anche per questo il 29 settembre porteremo in Consiglio regionale i maggiori attori dell’antimafia toscana, istituzionale e civile, e alcuni dei maggiori esperti nazionali sul tema. Saranno con noi il Procuratore capo della procura di Livorno Ettore Squillace Greco, il generale Angiolo Pellegrini, Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto, Giovanna Chelli dell’Associazione Vittime dei Georgofili e attendiamo a breve ulteriori conferme importanti. Un convegno dal titolo esemplificativo “Mafia in Toscana. Un problema in cerca di soluzioni”.

GABRIELE BIANCHI