Siamo preoccupati per la piana fiorentina e i suoi cittadini, martedì la giunta risponderà alla nostra richiesta di comunicazione sul ‘pacchetto da incubo’ che PD e Rossi hanno pianificato per questo territorio – inceneritore, nuovo aeroporto e terze corsie autostradali – cui si aggiunge anche questo impianto di trattamento di rifiuti speciali liquidi che sta sorgendo a Campi Bisenzio grazie all’autorizzazione di Città Metropolitana e Regione Toscana.

In un’area che fino all’operazione Targetti era ad alto valore ambientale, con un grande Centro Benessere, hotel e altri centri di attrazione, le amministrazioni PD autorizzano un impianto che tratterà e smaltirà 186mila tonnellate di acque reflue, provenienti da attività industriali e artigianali. Tutto al chiuso secondo le autorizzazioni, ma qualche dubbio è legittimo sugli odori derivanti e sebbene la procedura autorizzativa sia regolare, le criticità a livello politico sono molte: è giusto mettere un impianto così potenzialmente impattante in un territorio già sufficientemente carico di problematiche?

La CIPECO srl, società autorizzata a realizzare l’impianto, ci risulta abbia come oggetto sociale acquisto, vendita, permuta e gestione di beni immobili, quindi sia di fatto un’immobiliare. Ci ha incuriosito che Città Metropolitana e Regione Toscana autorizzino ad un impianto del genere una società immobiliare. Società con un dipendente solo, 60mila euro di capitale sociale a fronte di un investimento di 5 milioni di euro e con un’ombra relativa al suo socio di maggioranza che ne detiene l’82,38%. Questa persona ci risulta a processo a Taranto per illeciti legati ad una discarica. Un provvedimento giudiziario chiesto anche da un pm della Direzione Investigativa Antimafia, dopo centinaia di esposti della popolazione sottoposta a ‘molestie olfattive’ patite a più di 3 km dall’impianto.

GABRIELE BIANCHI

Su questo impianto c’è stato innanzitutto un problema di trasparenza da parte delle amministrazioni che dovrebbero tutelare gli interessi dei cittadini. La Città Metropolitana ha gestito l’intero iter autorizzativo senza informare la popolazione. Lo abbiamo fatto noi venti giorni dopo la sua conclusione, quando abbiamo potuto leggere che questo impianto non era una bazzecola. 186mila tonnellate di fanghi dopo trattamento finiranno quasi del tutto nelle nostre fogne, con la possibilità di vivere nuovamente il problema cattivi odori, già subìto dai cittadini di Campi per Case Passerini. se Arpat ha imposto delle prescrizioni per questo ad Alia, impresa pubblica, che ha trattato i rifiuti con le porte aperte e forse non ha pulito i biofiltri, come possiamo non essere preoccupati di un’impianto come questo che sarà gestito da un privato?

Tra l’altro, mentre abbiamo un cantiere avviato per finire questo impianto, ancora le opere idrauliche compensative non sono state fatte. Parliamo di canali e altri interventi necessari per evitare che quando piova ci siano dei travasi di questi liquami fuori dall’impianto. Le ha pagate il privato, le deve fare il pubblico ma ancora non ci sono. Una negligenza che aumenta il rischio e l’allarme sociale.

Serve un percorso partecipato prima di autorizzare questi impianti e critichiamo proprio l’assenza di partecipazione dei cittadini nella programmazione di quanto impatta sul territorio. È inaccettabile il ricatto di dire “dove facciamo questo impianto se non lì”. Partiamo dal capire da dove verranno questi fanghi, perché se venissero dalle ditte del territorio magari i cittadini avrebbero maggiore tolleranza. Invece qui sembra che vengano da altrove.

NICCOLO’ RIGACCI
consigliere comunale M5S Campi Bisenzio

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