Dal 1998 l’Ostreopsis Ovata è spuntata nelle acque toscane, secondo una presenza monitorata da ARPAT con precisione e metodo. Il problema di questa situazione infatti non è il monitoraggio, ma il governo del fenomeno.

Sappiamo ormai molto di questa alga tossica (anche se meno tossica di altre) e dopo 21 anni è incredibile continuare ad affrontare la sua presenza in termini emergenziali.

Serve un accordo con l’Università, ne abbiamo tre qualificate in Toscana, per comprendere le misure migliori di rimozione e soprattutto come bloccare la sua ploriferazione. E serve soprattutto che la Regione non lasci i Comuni soli nello smaltimento di questa alga una volta portata a terra. In due parole: migliorare la prevenzione del fenomeno e ottimizzare la sua gestione.

Qualcosa che in ventuno anni sarebbe stato il minimo sindacale per un governo serio del territorio. Peccato lo si sia lasciato finora nelle mani di chi scopre dell’esigenza dell’ombrello a novembre quando inizia a piovere.

GIACOMO GIANNARELLI

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