Siamo ancora agli impegni troppo vaghi da parte di Aferpi. Di certo l’accordo firmato da Cevital e dal commissario straordinario nel 2014, davanti a Renzi e Rossi, ha dimostrato di essere un fallimento. E l’entusiasmo di Rossi e PD per l’arrivo di Rebrab era sicuramente ingiustificato.

Ieri al MISE si è consumata l’ennesima fumata nera. Centinaia di lavoratori hanno aspettato con apprensione l’esito del confronto tra proprietà, rappresentanza sindacale e istituzioni locali di fronte al Ministero, dopo mesi di stallo e anni di smantellamento lento ma costante del sito produttivo, senza piani di riqualificazione del territorio che possano dar speranza a migliaia di famiglie, la città di Piombino sta a poco a poco morendo.

Già dal 2013 appena entrati in Parlamento ci siamo occupati della Ex Lucchini e nel 2015 con una interrogazione al Ministro dello sviluppo economico, chiedemmo accesso completo agli atti riguardanti l’accordo tra Governo e Cevital. Tuttavia questa richiesta, nonostante successivi solleciti e ulteriori interrogazioni (l’ultima presentata il 1° agosto 2016) non ha mai avuto risposta.

Dopo l’incontro di ieri anche le massime istituzioni hanno riconosciuto che la società guidata da Issad Rebrab, presidente di Cevital, ancora una volta non ha portato alcuna proposta concreta per il rilancio del sito produttivo. Con ritardo si inizia a parlare di inadempienza contrattuale e di prolungamento del periodo di sorveglianza per altri due anni. Adesso aspettiamo la risposta di Aferpi. Di certo, comunque vada, è necessario scongiurare un contenzioso legale con Rebrab che immobilizzerebbe ulteriormente le sorti dello stabilimento.

Lo sviluppo industriale della città Piombino ha da sempre ruotato intorno all’acciaieria che negli anni ha fornito la principale fonte di occupazione. Si tratta di un settore strategico perché Piombino è sempre stata una realtà leader nella produzione di acciai lunghi di qualità, in grado di rispondere al fabbisogno nazionale per esempio per le commesse di FS. La priorità è tutelare i posti di lavoro di acciaieria e indotto, per questo chiediamo che vengano fugati presto i dubbi circa quanto accadrà il 1° luglio 2017, quando Aferpi non avrà più obblighi di legge sui livelli occupazionali. Noi del Movimento 5 Stelle saremo sempre al fianco di questi lavoratori e delle loro famiglie.

SARA PAGLINI
IRENE GALLETTI