Dopo quanto sta avvenendo sul CREAF c’è ancora qualche cittadino toscano che crede nella buona fede del Partito Democratico e di Enrico Rossi?

Nel novembre 2015 Ciuoffo ci rispose in aula che si era “ad un passo dall’avvio delle attività” del CREAF. Poi il fallimento e la richiesta di riprenderci almeno 11 dei ventidue milioni di fondi pubblici sperperati in quel pozzo senza fondo. Poteva fermarsi lì ma il nostro “Fassino” toscano, profeta al contrario, è andato oltre: come un pokerista incallito, davanti al tracollo del CREAF non si ritira ‘dalla mano’ ma ‘rilancia’ coi soldi nostri.

L’assessore regionale Ciuffo guidava l’urbanistica del Comune di Prato negli anni in cui si chiudeva il Protocollo d’intesa tra l’ente, la Provincia di Prato e la Regione proprio su questo progetto. E a 12 anni da quell’intesa gli esiti sono stati oggettivamente disastrosi. In qualsiasi altro paese europeo le figure politiche coinvolte in questo scempio – da Rossi fino a Biffoni – si sarebbero dimesse con tanto di scuse ufficiali ai cittadini, per primi i pratesi che da soli ci hanno rimesso 900 euro a testa. E invece ecco la sfrontatezza della giunta PD-Rossi: rilancia con 3 milioni pubblici da investire sempre nel progetto “Centro per la ricerca e l’alta formazione a servizio del distretto tessile pratese” e per fare cosa? Ricomprarsi l’immobile CREAF che è andato all’asta.

A questo punto ci viene il dubbio che in quello stabile di Via Galcianese ci sia qualche miniera d’oro sotterranea che finora conoscono solo gli esponenti PD. Altrimenti non c’è logica in grado di giustificare passato, presente e futuro preventivato dalla giunta regionale su quell’immobile.

Lo stabile di Via Galcianese veniva valutato 20 milioni nei bilanci della società in fallimento, ora con l’asta pare arrivi sì e no a 7 milioni. Praticamente la Regione vorrebbe autodichiarare la sovrastima riprendendolo per un valore addirittura inferiore a quello pagato dodici anni fa da CREAF per acquistarne la proprietà. Una mossa che, bene ricordarlo, avvenne ad un anno dall’asta attraverso la quale la privata Viscotex se l’era preso per una cifra inferiore di ben 3 milioni di euro.

E’ un dovere di buona e corretta amministrazione far chiarezza sugli ultimi atti della giunta PD-Rossi in relazione al CREAF: la decisione 16 del 3 aprile 2017 e l’ultima variazione di bilancio in approvazione in questi giorni, quella degli altri 3 milioni nel pozzo senza fondo del CREAF. Uno scempio reso ancora più grave dal fatto che mentre PD e Rossi trovano 3 milioni da buttare nel CREAF scrivono nero su bianco di voler ritardare al 2018 ogni misura di sostegno al reddito delle centinaia di migliaia di toscani in povertà assoluta.

GABRIELE BIANCHI

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